dic112018
Accesso a cure, Pit Salute: ticket farmaci e prestazione e liste le note dolenti
Sempre più cittadini (+6%) non accedono a servizi sanitari: liste d'attesa attesa, costi e ticket su farmaci e prestazioni in intramoenia restano le note dolenti. Questo il quadro della sanità italiana vista dai cittadini è il XXI Rapporto Pit Salute, dal titolo "Tra attese e costi, il futuro della salute in gioco", presentato oggi da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, con il sostegno non condizionante di Fnopi, Fnomceo e Fofi, e che si riferisce all'analisi di 20.163 contatti gestiti, fra gennaio e dicembre 2017.
Crescono le segnalazioni di cittadini che denunciano a Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato di non poter accedere ai servizi sanitari: nel 2017 oltre un cittadino su tre (37,3%, il 6% in più rispetto all'anno precedente). Tra le cause principali le lunghe attese per accedere a esami diagnostici: in media 15 mesi per una cataratta, 13 mesi per una mammografia, 12 mesi per una risonanza magnetica, 10 per una Tac e per una protesi d'anca, 9 mesi per un ecodoppler e 7 per una protesi al ginocchio. E se i costi dei ticket per esami diagnostici e visite restano la prima voce di spesa segnalata dai cittadini, crescono anche quelli per i farmaci e per le prestazioni in intramoenia. In aumento anche le problematiche relative all'assistenza territoriale, in particolare per quella di base erogata da medici di famiglia e pediatri. Diminuiscono invece le segnalazioni di presunti errori medici e i disagi legati al riconoscimento dell'invalidità civile e dell'handicap.
Su fronte dei costi a carico dei cittadini: in aumento quelli per farmaci e prestazioni in intramoenia. Il peso economico dei ticket resta la prima voce in questo ambito. Crescono quelle relative al costo dei farmaci e delle prestazioni in intramoenia (rispettivamente del +4,4% e del +1,6%). L'accesso alle visite e agli esami e il costo dei farmaci restano dunque per molti cittadini ancora un problema di natura economica, soprattutto per chi non ha facilitazioni quali esenzioni per reddito (come nel caso degli inoccupati) o per patologia (perché non riconosciuta formalmente o durante il percorso di accertamento della diagnosi).
«Chiediamo che Governo e Parlamento approvino con questa Legge di Bilancio l'abrogazione del Superticket - dichiara
Tonino Aceti, Coordinatore Nazionale del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva - e contemporaneamente diano l'immediata approvazione del nuovo Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa 2018-2020 trasmesso dal Ministero della Salute alla Conferenza delle Regioni. È prioritario dare finalmente risposte alle fragilità attuando in tutte le Regioni il Piano Nazionale della Cronicità approvato ormai due anni fa ma recepito solo da sette Regioni. Le disuguaglianze devono essere contrastate. Invece, purtroppo, le proposte di autonomia differenziata vanno nella direzione esattamente opposta e rischiano, a quarant'anni dall'Istituzione del SSN, di mandare in soffitta i suoi principi fondanti come quelli della solidarietà e dell'equità».
E sull'urgenza di intervenire vertono le parole di
Andrea Mandelli presidente Fofi, che in occasione della presentazione ha invitato a invertire il paradigma: «Non si può parlare della tutela della salute solo ed esclusivamente usando il termine "spesa"». Secondo Mandelli occorre intervenire con urgenza sull'assistenza territoriale, non in concorrenza con l'ospedale ma per far sì che le strutture di ricovero e cura possano svolgere in modo più efficace la loro funzione. «Questo richiede che il medico di medicina generale e il farmacista di comunità non siano esclusi come accade ora dall'innovazione farmacologica e tecnologica per ragioni meramente economiche. Ma è indispensabile anche promuovere una maggiore sinergia tra le professioni, un'evoluzione del ruolo di medici, farmacisti e infermieri che veda nella collaborazione interprofessionale un elemento cardine».