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Nutrizione

07 Giugno 2018

Alcol: cambiano le modalità di consumo, ancora diffuso l’abuso tra i giovani


Cala il consumo di vino durante i pasti mentre cresce il consumo occasionale (dal 42,2% al 43,3%) e fuori pasto (dal 27,9% nel 2015 al 29,2% nel 2016). Lo riporta la Relazione del Ministero della Salute sugli interventi realizzati in materia di alcol e problemi correlati, che descrive il comportamento verso l'assunzione di bevande a base d'alcol (vino, birra, super alcolici) e i rischi connessi per la popolazione. Dati che destano una certa apprensione, perché, ricorda il Crea, l'alcool non è un nutriente "utile". E' infatti ricco di calorie e mal tollerato dal nostro organismo, che riesce a digerirne piccole quantità per volta e meglio se assunte durante i pasti, quando per la competizione di altri nutrienti entra più lentamente nel sangue. Per le persone sane si suggerisce un consumo moderato giornaliero entro i due-tre bicchieri (un bicchiere è pari a circa 125 ml) per l'uomo, uno-due per la donna, e uno solo per gli anziani. Quantità che si riduce nel caso di superalcolici a circa 40 ml e a 330 ml (una lattina) per la birra di media gradazione.

Dalla fotografia della popolazione per fasce di età e per genere si nota che tra le donne da 18 a 24 anni si consuma sempre meno vino, come bevanda esclusiva, a favore di altri alcolici, che vanno intensificandosi nel tempo. E' però il comportamento di giovani e adolescenti, per i quali il consumo è fortemente sconsigliato, ciò che sta catalizzando l'attenzione degli esperti di prevenzione. Sebbene fra gli adolescenti fino a 17 anni i consumi di tutte le bevande alcoliche siano in diminuzione, emergono tuttavia modalità di consumo deleterie. Da 10 anni a questa parte rimane ampiamente diffuso il cosiddetto binge drinking, ovvero l'assunzione in un'unica occasione e in un ristretto arco di tempo di quantità di alcol molto elevate, solitamente più diffusa nei maschi in ogni classe di età ad eccezione degli adolescenti (11-15 anni). Nel 2015 il 15,6% dei giovani (22,2% maschi e il 8,6% femmine) tra i 18 e i 24 anni di età praticava binge drinking; fenomeno aumentato nel 2016, arrivando a coinvolgere il 17% dei giovani tra i 18 ed i 24 anni di età, di cui il 21,8% maschi e l'11,7% femmine.

Secondo la terza edizione dell'indagine nazionale sul consumo e sull'abuso di bevande alcoliche tra i giovani adolescenti italiani, promossa dall'Osservatorio permanente sui Giovani e l'alcoolsulla popolazione studentesca iscritta alla terza classe delle scuole secondarie di I gradoè diparticolare importanza individuare i trend sottostanti ai fenomeni che legano i giovani con il consumo di bevande alcoliche, in modo da attuare politiche educative e di prevenzione mirate. Di solitoi due quinti della popolazione di riferimento dell'indagine (13-14 anni) bevono occasionalmente, un sesto beve abitualmente, in prevalenza a pasto; birra esoft drinkprevalgono sulle altre bevande alcoliche.

Emerge chenella maggioranza dei casi il primo assaggio di bevande alcoliche avviene alla presenza dei genitori, ad età anche molto precoci e il gradimento sarebbe legato al rapporto successivo col bere. Tuttavia chi ha bevuto la prima volta con i genitori sembrerebbe essere meno portato a diventare un bevitore abituale. Nonostante in generale la maggioranza degli adolescenti attribuisca una valenza stigmatizzante a chi abusa di alcol, l'ubriacarsi, lo "sballare" è vissuto positivamente. Un tema scottante è quello del facile accesso alle bevande alcoliche, condizione necessaria, seppur non sufficiente, all'assunzione di alcolici. Sebbene l'avere a diposizione le bevande si associ al bere ma non necessariamente all'eccesso, c'è da un lato ancora una tendenza a considerare il consumo di alcool come comportamento desiderabile e una convergenza tra i generi. "Le distanze tra maschi e femmine sono assai ridotte mostrando una sostanziale tendenza all'omologazione nei comportamenti e negli atteggiamenti, tuttavia per quanto riguarda i fenomeni di abuso e la frequenza del bere i maschi mantengono valori più alti delle loro coetanee", conclude l'indagine.


Francesca De Vecchi
Tecnologa alimentare

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