ott302017
Antibiotici, da Ue indicatori per valutare livelli di resistenza
Grazie a un set di indicatori, condiviso a livello di Unione Europea, sarà possibile valutare i progressi registrati nel ridurre l'uso di antimicrobici e combattere la resistenza antimicrobica. Per esempio, per gli antibiotici a uso umano, l'antibioticoresistenza gli indicatori comprendono la percentuale di batteri
Staphylococcus aureus resistenti alla meticillina e la percentuale di batteri
Escherichia coli resistenti alle cefalosporine di terza generazione. È quanto ha annunciato l'Aifa in una comunicazione in cui sottolinea che questi indicatori sono stati sviluppati, "nella forma di un parere scientifico, dall'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa), dall'Agenzia Europea per i Medicinali (Ema) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, su richiesta della Commissione europea". Gli indicatori riguardano sia il settore umano sia quello animale e riflettono il consumo di antimicrobici e l'antimicrobico-resistenza in comunità, negli ospedali e negli animali destinati alla produzione di alimenti. Gli indicatori si basano sui dati già raccolti attraverso i network europei di monitoraggio esistenti. Nel caso dei farmaci per uso umano, per esempio, il riferimento sono "due patogeni di massima importanza per la salute pubblica. Per i medicinali a uso veterinario, un esempio di indicatore è la percentuale di batteri
E. coli da animali destinati alla produzione di alimenti che sono sensibili o resistenti a un certo numero di antimicrobici. In termini di consumo, gli indicatori primari suggeriti sono il consumo umano di antimicrobici e le vendite globali di antimicrobici a uso veterinario".