Antibiotici, studio inglese evidenzia riduzione costante nel numero delle prescrizioni, soprattutto fra le classi demografiche più giovani
La prescrizione di antibiotici registrate in Inghilterra fra 2014 e 2017 testimoniano un calo costante, che avviene però a due velocità: se infatti il tasso di riduzione annuale per gli under 55 si è mantenuto fra l'8% e il 9% (il più alto, 9,2%, per la classe 45-54), la riduzione per gli over 55 è stata inferiore, attestandosi fra 3% e 5%. Questi alcuni dei dati proposti da uno studio sviluppato da un gruppo di ricercatori del King's College di Londra, che si sono occupati di misurare la variazione nel numero di prescrizioni compilate da 102 medici generali.
Lo studio sulle prescrizioni di antibiotici
Lo studio, recentemente apparso su Bmj Open, evidenzia un generale calo di prescrizioni, dalle 608 su 1.000 del 2014, alle 489 su 1.000 del 2017, con una riduzione del 19,6%. Tale riduzione è stata costante in tutte le classi di età, ma decisamente inferiore per la classe di pazienti di età superiore ai 55 anni. Un dato che sarebbe da ricondurre alle differenti necessità terapeutiche delle classi demografiche. Altro dato da segnalare riguarda la riduzione nell'uso di antibiotici ad ampio spettro, calato del 9,3% all'anno (dalle 221 prescrizioni su 1.000 del 2014 alle 163 del 2017): la diminuzione sarebbe riconducibile alla crescita della tendenza a utilizzare antibiotici specifici. Per quanto concerne le tipologie di antibiotici le cui prescrizioni sono maggiormente calate, al primo posto si trovano quelle per i farmaci per infezioni respiratorie (-9,8%), seguite da infezioni genitourinarie (-5,7%). Capitolo a parte per le prescrizioni senza indicazione, calate del 3.3%. Il dato positivo è controbilanciato dal fatto che più della metà del totale degli antibiotici nel quadriennio, è stata emesso senza documentazione di una specifica condizione clinica (il 54%).
Le conclusioni
Come riporta lo studio, la riduzione testimonia un maggiore impegno nella limitazione all'utilizzo di antibiotici in generale e in particolare di quelli ad ampio spettro, con un processo che avviene più rapidamente nelle classi demografiche più giovani (per via delle esigenze terapeutiche legate alle differenti età). Persistono tuttavia segnali di un utilizzo non necessario, documentati dall'alta percentuale di prescrizioni senza precisa indicazione clinica. Condizione, quest'ultima, che segnala la necessità di un miglioramento della codifica diagnostica.
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