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Farmaci e dintorni

21 Ottobre 2016

Antibioticoresistenza, Iss: ospedali incubatori di superbug


Italia maglia nera in Europa per le infezioni batteriche multiresistenti: prima causa del triste primato sono le numerose infezioni correlate all'assistenza sanitaria e sociosanitaria che colpiscono quasi un paziente su 10 (dal 7% al 10%), per un totale di 284.100 infezioni ogni anno, a causa delle quali perdono la vita annualmente fino a 7 mila pazienti. «Gli ospedali sono incubatori di antibiotico-resistenze e il problema, che coinvolge tutta la popolazione, si sta diffondendo anche in altri ambienti come le residenze per anziani e gli istituti riabilitativi», afferma Annalisa Pantosti, Direttore del Reparto malattie batteriche respiratorie e sistemiche dell' Iss, a Roma durante la conferenza dedicata alla campagna nazionale di sensibilizzazione "Antibiotici, la nostra difesa numero 1", presentata dalla Sita (Società italiana terapia antoinfettiva).

«L'Italia è il Paese dove si usano di più gli antibiotici, dove si prescrivono antibiotici per forme non batteriche, spesso a dosaggi troppo bassi per cui i germi non muoiono e si selezionano ceppi resistenti, inoltre, in ambiente nosocomiale non si fa uso adeguato dei guanti che servono a proteggere il paziente, molti operatori si lavano poco le mani e non usano gli specifici gel disinfettanti. C'è poi il problema degli ospedali, gran parte dei quali sono stati costruiti in anni lontani e che non rispondono ai criteri attuali per contrastare le diffusioni delle infezioni - spiega il presidente della Sita Claudio Viscoli - l'obiettivo primario della campagna di sensibilizzazione è quello di far capire ai cittadini il valore degli antibiotici, che sono un'arma molto potente, ma che oggi stanno rischiando di perdere efficacia». Il problema delle antibiotico-resistenze non è solo italiano: a settembre, nel corso della 71esima sessione dell'Assemblea generale dell'Onu, 193 capi di Stato hanno sottoscritto una dichiarazione politica congiunta sulle linee guida mondiali per la lotta alla resistenza antimicrobica: il documento impegna i Paesi firmatari ad adottare un approccio One Health per affrontare l'emergenza globale. Per rendersi conto dell'elevata priorità della problematica basta pensare che nella storia delle Nazioni Unite solo in altre tre occasioni l'assemblea Generale si era occupata di temi di salute: Hiv/Aids, ebola e malattie non trasmissibili.

L'Oms ha anche elaborato un piano d'azione globale e il Consiglio dell'unione europea ha richiesto la necessità di un piano nazionale di contrasto all'antibiotico-resistenza per tutti i Paesi. Su quest'ultimo punto l'Italia non si fa trovare impreparato, come spiega De Filippo: «Il piano nazionale per il contrasto dei batteri multiresistenti dovrebbe coprire l'arco temporale 2017 - 2020, si fonda innanzitutto sulle buone esperienze degli ultimi anni, condivise con Aifa, sui sistemi di sorveglianza, sui registri, sull'informazione e formazione dei medici, abbiamo messi in campo un piano nazionale che dovrebbe produrre nel tempo anche un effetto di uniformità in termini di sistema». La campagna, presentata dalla Sita (Società italiana terapia antoinfettiva) e realizzata grazie a un'erogazione da parte di Merck&Co, ha previsto la produzione di uno spot pubblicitario con sponsor Ricky Tognazzi che andrà in onda sui canali Rai, la realizzazione del sito internet www.antibioticilanostradifesa.it e leaflet informativo sul corretto uso degli antibiotici da distribuire negli ospedali.

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