apr242014
Anticoagulanti, aspirina e Fans: interazioni pericolose
I pazienti trattati con terapia anticoagulante per una trombosi venosa profonda (Dvt) o un’embolia polmonare (Pe) che assumono anche per pochi giorni aspirina o farmaci antinfiammatori non steroidei (Fans) per dolori o cefalea sono a rischio di pericolosi sanguinamenti. L’allarme arriva da uno studio appena pubblicato su JAMA Internal Medicine, dove i ricercatori della University of Washington school of medicine di Seattle, stato di Washington, hanno esaminato il rischio di sanguinamento da aspirina o Fans nei partecipanti agli studi Einstein-Dvt e Einstein-Pe, randomizzati ad assumere enoxaparina a basso peso molecolare seguita da warfarin o acenocumarolo oppure ad assumere l’anticoagulante orale rivaroxaban. Nonostante gli avvertimenti, circa un quarto dei pazienti ha assunto Fans, che hanno aumentato di ben 2,4 volte il rischio di gravi emorragie in chi li ha assunti rispetto a chi, invece, non lo ha fatto. Viceversa, il rischio tra coloro che hanno assunto l’aspirina si è rivelato minore, ma sempre 1,5 volte più alto in confronto a chi non l’aveva presa. «Anche se per il warfarin il rischio è riportato in etichetta, non penso che la gente ci credesse. Io di sicuro non lo pensavo possibile» osserva Bruce Davidson, tra gli autori dell’articolo. «Il rischio non era stato quantificato, e il dato che un quarto dei sanguinamenti maggiori sono accaduti dopo soli otto giorni di utilizzo dei Fans è semplicemente stupefacente» continua. E i medici che gestiscono malati in terapia con warfarin o un nuovo anticoagulante orale dovrebbero avvisare i loro pazienti del rischio emorragico connesso all’uso, anche per brevi periodi, di Fans o aspirina. Quest’ultima, a basse dosi, va assunta solo in caso di malattia coronarica, ma per il mal di testa, i dolori o la febbre è molto più sicuro usare il paracetamolo. Disco rosso anche per l’ibuprofene e gli altri Fans. «Il rischio emorragico con Fans o aspirina era emerso in studi su pazienti con fibrillazione atriale trattati con anticoagulanti, ma nei pazienti con trombosi venosa profonda o embolia polmonare era ancora poco documentato» conclude Davidson.