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set302015

Approvati in Europa: farmaco contro il mieloma multiplo recidivante/refrattario, combinazione anti-melanoma avanzato

Approvati in Europa: farmaco contro il mieloma multiplo recidivante/refrattario, combinazione anti-melanoma avanzato
In decisioni distinte, la Commissione europea (Ce) ha approvato panobinostat per il trattamento del mieloma multiplo e la combinazione di dabrafenib e trametinib per l'impiego nel melanoma avanzato. Il primo farmaco, per via orale, è stato approvato per l'uso combinato con bortezomib e desametasone nella gestione di pazienti adulti con mieloma multiplo recidivante e/o refrattario sottoposti ad almeno due regimi terapeutici precedenti, tra cui bortezomib e un agente immunomodulante. Panobinostat, primo inibitore delle istone deacetilasi disponibile nell'Unione europea, rappresenta una nuova opzione di trattamento per i pazienti con mieloma multiplo la cui malattia è progredita dopo la terapia standard. «I pazienti affetti da mieloma multiplo spesso hanno ricadute o smettono di rispondere ai trattamenti. Panobinostat offre un nuovo meccanismo d'azione che può migliorare nei pazienti l'efficacia della risposta al trattamento standard» ha dichiarato Philippe Moreau, del Centre Hospitalier Universitaire de Nantes (Francia). Si pensa che l'attività epigenetica di panobinostat aiuti a ripristinare la funzione delle cellule nei pazienti. L'approvazione europea si è basata su un sottogruppo di 147 pazienti - arruolati nel trial pivotale di fase 3 Panorama-1 - sottoposti ad almeno due regimi precedenti. In tale studio, la combinazione di panobinostat, bortezomib e desametasone è stato confrontato con la combinazione di placebo, bortezomib e desametasone in soggetti con mieloma multiplo recidivante e/o recidivante e refrattario. La sopravvivenza mediana libera da progressione è stata di 7,8 mesi superiore nel gruppo panobinostat rispetto a quello placebo (12,5 vs 4,7 mesi; hazard ratio [Hr]: 0,47). Le reazioni avverse non ematologiche più comuni sono state diarrea, fatigue, nausea e vomito. Le tossicità ematologiche legate al trattamento hanno incluso trombocitopenia, anemia, neutropenia e linfocitopenia. Eventi cardiaci - più di frequente fibrillazione atriale, tachicardia, palpitazioni e tachicardia sinusale - sono risultati più comuni nel gruppo panobinostat rispetto al gruppo placebo (17,6% vs 9,8%), così come gli eventi sincopali (6,0% vs 2,4%). Sospensioni del trattamento dovute a eventi avversi si sono verificate nel 36,2% dei pazienti. Passando alla combinazione dabrafenib/trametinib, l'approvazione è stata ottenuta per l'uso negli adulti con melanoma non resecabile o metastatico con mutazione Braf V600, che rappresenta circa il 40% di tutti i melanomi ed è particolarmente aggressiva. Entrambi i farmaci sono già approvati per l'uso nel melanoma in Europa, ma solo per uso in monoterapia. La nuova autorizzazione europea all'immissione in commercio si basa sui risultati della fase 3 degli studi Combi-d e Combi-v. Nel primo la sopravvivenza generale mediana è stata superiore di 6 mesi con la combinazione rispetto a dabrafenib in monoterapia (25,1 vs 18,7 mesi; Hr: 0,71; p = 0,011). Nel gruppo di combinazione, inoltre, più pazienti, rispetto al gruppo in monoterapia, erano vivi a 1 anno (74% vs 68%) e a 2 anni (51% vs 42%). I risultati sulla sicurezza dello studio COMBI-d sono stati coerenti con il profilo osservato fino a oggi per la combinazione, e non sono stati osservati nuovi problemi di sicurezza. Nel trial Combi-v è stato usato un altro inibitore di Braf, vemurafenib, come farmaco di confronto: lo studio su 705 pazienti è stato interrotto precocemente a causa del beneficio emerso in un'analisi ad interim. Al momento dello stop la sopravvivenza globale mediana (endpoint primario di Combi-v) è risultata significativamente migliore con la combinazione di dabrafenib e trametinib rispetto a vemurafenib in monoterapia (non ancora raggiunta vs 17,2 mesi; Hr: 0,69; p = 0,005). A un follow-up mediano da 10 a 11 mesi, il tasso di mortalità era più basso nel gruppo combinazione rispetto alla monoterapia (28% vs 35%).

A.Z.


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