Sanità

gen262023

Asma: inquinamento dell'aria fattore di rischio indipendente per riacutizzazioni nei bambini

Asma: inquinamento dell’aria fattore di rischio indipendente per riacutizzazioni nei bambini

Inquinanti ambientali come particolato PM2,5 e PM10 e ozono sono fattori di rischio indipendenti per gli attacchi di asma, nei bambini che vivono in aree urbane


Inquinanti ambientali come particolato PM2,5 e PM10 e ozono sono fattori di rischio indipendenti per gli attacchi di asma, nei bambini che vivono in aree urbane. È quanto mostra una ricerca pubblicata su The Lancet Planetary Health da un team guidato da Matthew Altman, dell'Università di Washington di Seattle (USA).

L'asma e le sue cause

L'asma è caratterizzata da infiammazione cronica delle vie respiratorie. Durante un attacco d'asma, lo strato interno delle vie respiratorie si ingrossa, i muscoli intorno al tratto si contraggono e le vie aeree rilasciano muco extra che porta a una sostanziale riduzione del passaggio di aria. Le infezioni virali sono la più comune causa scatenante degli attacchi d'asma in bambini e adolescenti. Tuttavia, episodi di asma acuto possono verificarsi indipendentemente dalla presenza di infezioni a livello respiratorio e diverse ricerche epidemiologiche, pubblicate negli ultimi decenni, hanno collegato le concentrazioni di inquinanti dell'aria agli attacchi acuti di asma negli adulti.

L'obiettivo della ricerca

Lo studio ha voluto valutare, dunque, se l'inquinamento dell'aria fosse associato a episodi di riacutizzazione di asma tra i bambini che vivono nelle aree urbane. Per questo, i ricercatori hanno analizzato i cambiamenti nella fisiologia delle vie respiratorie e nei livelli di espressione genica di determinati composti, durante episodi gravi di asma. In particolare, per lo studio sono stati reclutati 419 partecipanti, che vivevano in aree urbane in otto città americane e appartenenti alla coorte Inner-City Anti-immunoglobulin (IgE) Therapy for Asthma (ICATA). La ricerca è stata condotta in modo retrospettivo sui bambini fino alla diagnosi di due infezioni respiratorie o fino a sei mesi. Usando i valori degli indici di qualità dell'aria dell'Environmental Protection Agency (EPA), quindi concentrazioni di ozono, monossido di carbonio, biossido di azoto, biossido di zolfo e piombo, e i livelli di particolato PM2,5 e PM10 nell'aria, i ricercatori hanno correlato la malattia di ciascun bambino con il livello di specifico di inquinante dell'aria, in una determinata città, nel momento in cui si aveva la diagnosi di riacutizzazione dell'asma.

Le evidenze emerse

Circa il 30% dei bambini con attacchi di asma non aveva infezioni virali, pari a due/tre volte le percentuali registrate in aree non urbane. Questi attacchi erano associati, inoltre, a un aumento, a livello locale, di particolato ed ozono. Secondo il team, in particolare, il PM2,5 aumenterebbe i livelli di callicreina, di geni di citochine infiammatorie non di tipo 2 e di un ampio set di geni collegati a funzionalità della barriera nelle cellule epiteliali delle vie aeree. Inoltre, elevati livelli di PM2,5 possono aumentare i pathway immunitari nell'epitelio, contribuendo a un attacco di asma, in assenza di infezioni virali. L'ozono, poi, era associato ad infiammazione eosinofilica e alterata funzionalità polmonare. Diversi pathway infiammatori erano associati con ciascun inquinante in risposta a livelli elevati di ozono e PM2,5. Infine, questi inquinanti possono aumentare insieme, specialmente nei climi caldi, e dare effetti negativi additivi sul sistema respiratorio.

Sabina Mastrangelo

Fonte:

The Lancet Planetary Health - doi: 10.1016/s2542-5196(22)00302-3
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