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Politica e Sanità

21 Ottobre 2016

Assemblea Federfarma, Bacchini (Verona): atteggiamento incomprensibile


«Non più tardi di un anno fa durante un dibattito svoltosi a Vicenza in occasione di Pharmait, a seguito di una specifica domanda su cosa stesse facendo per aiutare le farmacie indipendenti ad affrontare l'ingresso del capitale, la dirigenza di Federfarma ha risposto che era necessario attendere l'emanazione della legge per capirne bene i contenuti e quindi poter, ma solo allora, predisporre uno strumento adeguato. Oggi, invece, la priorità è diventata la variazione dello Statuto, dimenticando totalmente quali sono le vere urgenze delle farmacie». È quanto dichiara Marco Bacchini presidente di Federfarma Verona in un comunicato che interviene nel dibattito apertosi dopo dopo l'ultima assemblea di Federfarma. Al centro dell'accesa discussione, il meccanismo di votazione e in particolare di conteggio dei voti e la proposta di modificare lo statuto, rimandata a data da destinarsi. «Trovo questo comportamento perlomeno bizzarro» aggiunge Bacchini «perché se si parla di farsi trovare pronti, tanto più bisognerebbe sostenere le farmacie individuando progettualità atte a realizzare organizzazioni strutturate che diano alle farmacie indipendenti la forza e i mezzi per affrontare i cambiamenti. Invece assistiamo al più totale immobilismo del sindacato nazionale, mentre si stanno attivando solo alcune associazioni provinciali/regionali di categoria, come il Piemonte, o alcune cooperative di farmacisti. Da parte del sindacato nazionale non è stata aperta, fino ad ora, in Assemblea alcuna discussione, manca il coordinamento delle diverse iniziative e, a quel che mi è dato sapere, manca anche qualsiasi idea. Credo quindi sia assolutamente lecito avere forti perplessità sulle reali motivazioni che fanno porre tutte le attenzioni di Federfarma sulla modifica dello statuto». E conclude: «Federfarma nulla ha fatto da un anno a questa parte sul Ddl Concorrenza se non aggiornare l'assemblea sui vari passaggi procedurali ed esaltare l'inutile traguardo del tetto del 20% come limite massimo delle farmacie destinate ad un gruppo. Ci si è inoltre preoccupati di realizzare una bozza di Statuto per prevedere l'ingresso delle società in Federfarma e nulla si è investito sulla progettualità. Federfarma Verona si domanda, infine, quale lavoro abbia svolto il Centro studi».(SZ)

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