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Politica e Sanità

06 Settembre 2019

Governo Conte-bis, Assofarm: le incognite su tavoli e ddl


Governo Conte-bis, dal presidente di Assofarm Venanzio Gizzi la riflessione sulle incognite e sulle questioni in sospeso

Quanto il "Governo della Svolta" intenderà svoltare sui tavoli avviati durante l'esperienza giallo-verde? È questa la domanda che pone Venanzio Gizzi presidente di Assofarm all'indomani della formazione del governo Conte-bis a fronte della riflessione sul fatto che un Governo che succede al precedente mantenendo lo stesso Presidente del Consiglio e lo stesso partito di maggioranza relativa "rende non facilmente immaginabile cosa continuerà del precedente Esecutivo e cosa invece verrà annullato".
Secondo Gizzi, "il contesto che forse corre meno rischi d'arresto è il percorso di rinnovo della convenzione" a un tavolo che proprio in questi giorni ha visto slittare in avanti le scadenze ufficialmente annunciate oggi da Federfarma: il 12 e 19 settembre.
"Di fronte a noi infatti siede la Sisac, struttura rappresentante le Regioni e pertanto non direttamente soggetta agli ultimi avvicendamenti romani. Confidiamo pertanto che l'incontro previsto per i primi giorni di settembre possa riprendere i percorsi sospesi con la pausa estiva". Mentre vede "più delicata" la situazione della riforma della remunerazione: "In questo caso non è certamente detto che la nostra controparte rimarrà la stessa nei nomi e nelle volontà. Il Tavolo che aveva lavorato assai bene fino a luglio scorso era stato fortemente voluto dal Ministro Grillo ed era stato ottimamente coordinato dal suo consulente Massimiliano Abruzzese. Un nuovo Ministro alla Salute avrebbe tutto il diritto quantomeno di definire il suo personale punto di vista nei processi in corso.
C'è poi il ddl Sileri depositato all'inizio di agosto: il presidente pentastellato della Commissione Sanità ha presentato la proposta che ridisegna l'ingresso delle società di capitali nel settore con il 51% di capitale sociale e diritti di voto in capo a farmacisti iscritti all'albo o società interamente detenute da farmacisti iscritti all'albo. "Una visione con elementi di tutela e valorizzazione del ruolo del farmacista - commenta Gizzi - seppure in contesti organizzativi più moderni e al passo con gli odierni contesti socio-economici. Non è detto però che tali posizioni siano condivise da una maggioranza mutata rispetto al momento in cui tale proposta è stata depositata agli atti".
Secondo Gizzi, non si può "certo pretendere che nuove forze politiche e nuove persone al Governo debbano proseguire passivamente quanto avviato avanti da altri, in alcuni casi addirittura da avversari politici" ma chiede "una legittima analisi di quanto fatto fino ad ora segua criteri sostanziali e non partitici".
E conclude: "Le sperimentazioni, i numeri che stanno guidando i diversi tavoli di riforma vorrebbero quanto più possibile rendere oggettiva la valutazione del potenziale sanitario ed economico della farmacia italiana. Trascurare oggi questo immenso sforzo tecnico e riportare le pedine della discussione alla casella del via semplicemente perché "lo hanno iniziato gli altri" sarebbe un errore".

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