mar72014
Bambini e salute intestinale
Alla microflora intestinale è stato riconosciuto il ruolo di modulare funzioni vitali per tutto l’organismo. Probiotici e prebiotici hanno dimostrato, seppure con diverse evidenze, di poter agire positivamente sulla salute intestinale, soprattutto in specifiche fasce della popolazione.
La microflora intestinale di un essere umano si evolve dal primo giorno di vita fino ad assumere, in età adulta, una composizione tipica, che è specifica per ogni tratto del tubo digerente e fortemente influenzata dalla dieta. Alla nascita, l’intestino si popola di un microbiota composto principalmente da bifidobatteri (fino ai primi mesi di vita); con lo svezzamento comincia il processo di transizione che porterà la flora microbica a stabilizzarsi lungo tutto il tubo gastrointestinale, in una proporzione numerica fra bifidi e lattobacilli di 10:1 tipica di un intestino sano. Batteri del genere Lactobacillus, Bifidobacterium, e Streptococcus sono i batteri in grado di predominare sui microrganismi patogeni eventualmente presenti e che svolgono un’azione benefica sul metabolismo dell’ospite anche grazie agli acidi grassi a corta catena (es. butirrato), prodotte dal loro metabolismo. Stimoli esterni come stress, sbilanciamenti nutrizionali, terapie a base di farmaci antibiotici sono invece spesso causa di scompensi, con fastidiose conseguenze.
I probiotici sono per definizione dei supplementi dietetici o degli alimenti che contengono un numero elevato e sufficiente di microrganismi vivi e vitali, in grado di alterare la flora dell’ospite con effetti benefici. Nei bambini le terapie a base di antibiotici sono una delle possibili e frequenti cause di squilibrio della flora microbica e possono dar luogo a diarrea. Bisogna dire che, nonostante l’eterogeneità dei ceppi probiotici, la dose e la durata della somministrazione, ci sono evidenze che indicano che esistono specifici ceppi in grado di prevenire la diarrea associata all’uso di antibiotici, riequilibrando la flora ed evitando che batteri dannosi si moltiplichino oltre il normale numero. Fra i più studiati ci sono Lactobacillus rhamnosus GG (LGG), Bifidobacterium lactis e Streptococcus thermophilus. Buone evidenze sono venute dall’utilizzo di Lactobacillus rhamnosus in associazione con Saccharomyces boulardii ad un dosaggio fra 5 e 40 miliardi CFU/giorno; una combinazione che ha dimostrato di poter prevenire in bambini sani l’insorgere di questa fastidiosa conseguenza. Bifidi e lattobacilli possono essere assunti sotto forma di alimenti arricchiti o formulati in modo specifico. Le evidenze disponibili ad oggi (trial clinici randomizzati e controllati) hanno permesso di dichiararli sicuri per l’uso in bambini sani. Anche le fibre solubili (prebiotici) favoriscono la salute dell’intestino e “mantengono in salute” e in numero adeguato i bifidobatteri intestinali, vero e proprio bersaglio di queste fibre. Fibre bifido-specifiche (inulina, GOS – galatto-oligosaccaridi e FOS – frutto-oligosaccaridi) o latto-specifiche (lattulosio e polidestrosio) sono sostanze non digeribili che agiscono selettivamente favorendo la crescita e la funzionalità dei batteri probiotici presenti o eventualmente somministrati. Le miscele equilibrate di probiotici e prebiotici, invece, prendono il nome di simbionti. Molti vegetali contengono naturalmente la fibra prebiotica inulina, polisaccaride del fruttosio, assicurando così con un consumo regolare di verdure nell’ambito di una dieta equilibrata, l’apporto giornaliero necessario.
Pediatrics 2010 126 6:1217-31
Cochrane Database of Systematic Reviews 2011 11: CD004827
Francesca De Vecchi - esperta in scienze dell’alimentazione