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Politica e Sanità

23 Marzo 2018

Bando farmacie comunali, Mnlf: troppa discrezionalità a società di gestione


La professione di farmacista è una e bandi che penalizzano il farmacista che opera nelle parafarmacie e quello nelle strutture ospedaliere, non fanno altro che dividere la categoria in tante sottocategorie, esiste una eccessiva discrezionalità assegnata dalla legge alle società di gestione delle farmacie comunali, che andrebbe rivista. Così il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti (mnlf) interviene della "querelle" sul bando di concorso della Servizi Farmaceutici Brindisi s.r.l., la società che gestisce le farmacie comunali della città, per l'assunzione con contratto di lavoro a tempo pieno e indeterminato di un farmacista direttore di farmacia. «Colpiscono e parole del presidente di Assofarm Venanzio Gizzi - commenta nella nota Fabio Romiti, vicepresidente del Movimento - con il quale abbiamo condiviso in passato molte posizioni che tentavano di riportare all'interno della categoria unità d'intenti e una visione comune del cammino da compiere, cammino che aveva necessità di essere 'ripulito' da inutili e controproducenti egoismi. È per tale motivo che ladifesa d'ufficio in questa occasione appare incomprensibile». Romiti aggiunge che «è vero che per il ruolo oggetto del bando servono competenze precise, ma escludere, perché di questo si tratta, farmacisti che operano nelle parafarmacie e quelli ospedalieri appare del tutto ingiustificato. Perché, invece di fare una sorta di selezione a priori, non verificare la sussistenza di tali competenze attraverso l'iter concorsuale? Non crediamo, pensiamo che al contrario esaminare la sussistenza di tali competenze sia il modo migliore per operare la scelta più meritocratica possibile, l'unica. Del resto, come è noto, anche il farmacista che opera nelle parafarmacie e quello nelle strutture ospedaliere deve necessariamente avereresponsabilità amministrative e sanitarie certamente non banali in termini di gestione dei magazzini di medicinali».
Secondo Romiti, «il problema è proprio quello di riconoscere pari dignità indipendentemente ove il professionista opera. La professione di farmacista è una, bandi come quello di Brindisi non fanno altro che dividere la categoria in tante sottocategorie e di questo non ne abbiamo certamente bisogno». E conclude: «Esiste una eccessiva discrezionalità assegnata dalla legge a queste società di gestione delle farmacie comunali. Discrezionalità che andrebbe rivista, perché il caso di Brindisi non è il primo e non sarà l'ultimo. Al Presidente Gizzi l'invito a lavorare insieme per superare queste anomalie e rendere uniforme su tutto il territorio nazionale il sistema di selezione più idoneo senza inutili sbarramenti. Non esiste ancora il farmacista a "corrente alterna", esiste solo il professionista con la stessa laurea ed abilitazione».

Intanto la presidenza di Assofarm ha fatto sapere di non avere interesse a «ad alcuna ulteriore forma di polemica in merito e chiudiamo così il nostro pensiero sull'argomento». Ma contestualmente Gizzi, rispondendo alle dichiarazioni del presidente della Fnpi Davide Gullotta, ribadisce: «Le farmacie comunali non sono state affatto porta di accesso del capitale, così come sempre sostenuto anche con dichiarazioni ufficiali ma, la legislazione succeduta, di cui tutti ne dovrebbero essere a conoscenza, ha permesso di concedere la gestione delle farmacie a forme differenti di capitali, fermo restando la titolarità delle stesse in capo ai Comuni, forme che hanno permesso di confrontare le migliori opportunità di servizio ed i migliori livelli di qualità all'interno del proprio sistema». (SZ)

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