Politica e Sanità
07 Luglio 2015Nel 2014 le Big pharma europee hanno speso complessivamente 1,5 miliardi di dollari in pagamenti a medici e ospedali universitari degli Stati Uniti. Il dato è emerso dalle statistiche ufficiali di OpenPaymentsData segnalate dal Financial Times ed è il frutto di una recente normativa americana, il Sunshine Act, che stabilisce che questo tipo di riconoscimento economico da parte delle aziende farmaceutiche devono essere resi pubblici. Dall'analisi dei dati dell'intero anno, si evince che le più grandi aziende Ue sono anche quelle che investono di più in questo ambito. Le imprese europee rappresentano il 23% della quota totale di fondi, quasi 6,5 miliardi di dollari, versata dall'industria globale, con Roche in cima alla classifica (435 milioni di dollari, più di ognuno dei grandi gruppi statunitensi, tra cui Pfizer e Merck), seguita da Novartis e Sanofi. Roche ha riservato circa 250 milioni di dollari per il pagamento di royalty che la sua controllata statunitense Genentech ha dovuto versare a un ospedale della California che detiene i brevetti di alcuni suoi farmaci di successo contro il cancro, come Avastin e Herceptin. Le statistiche suddividono i pagamenti in due categorie: quelli per la partecipazione agli studi sui farmaci e quelli per servizi di consulenza, per aver fatto da speaker, per viaggi e intrattenimento. La britannica Glaxo-SmithKline si piazza quarta, con un totale di 213 milioni di dollari, di cui 36 per servizi non legati alla ricerca. Ancora, i pagamenti fatti da AstraZeneca, la quinta classificata, risultano a quota 184 milioni di dollari: meno di Gsk, anche se l'anglosvedese ha speso più di due volte l'importo (74 milioni) per i pagamenti non di ricerca. Anche l'Europa, si doterà di una normativa simile, che entrerà in vigore nel 2016.
Simona Zazzetta
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