Sanità

ott212013

Bloccato ansiolitico contraffatto. Aifa: Asia e Cina le fonti maggiori

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Non era presente alcun principio attivo nello stock proveniente dalla Cina contente un milione di compresse contraffatte marchiate Xanax, un farmaco ansiolitico prodotto dall'azienda Pfizer. È l'ultimo caso di cronaca che rilancia l'allarme per il fenomeno dei farmaci falsi, prodotti nella maggior parte dei casi proprio nei paesi asiatici, Cina in testa. Le compresse di Xanax erano destinate all'Egitto e le analisi sono state effettuate dai laboratori dell'autorità di controllo dei medicinali svizzera, la Swissmedic, che ha quindi allertato le autorità internazionali e ordinato la distruzione del lotto. I flaconi di Xanax erano da 0,50 milligrammi ciascuno, per un valore di 220mila euro per un milione di compresse. «La Cina e in genere i paesi asiatici» sottolinea il direttore dell'Unità anticontraffazione dell'Agenzia italiana del farmaco Aifa, Domenico Di Giorgio «sono le maggiori fonti di farmaci contraffatti, ma si tratta di un fenomeno sommerso e non si hanno stime precise». In molti casi, rileva l'esperto, «per la produzione di farmaci contraffatti non sono neppure necessarie tecnologie particolarmente sofisticate. Spesso, poi, accade che principi attivi alterati, per esempio meno concentrati e dunque meno costosi, vengano prodotti in Asia e quindi assemblati in officine europee, ciò proprio per sfuggire ai controlli alle frontiere». La via principale di accesso per l'ingresso di medicinali falsi, ricorda Di Giorgio, «è la rete, e in questo ambito si stanno intensificando i controlli». L’Italia risulta relativamente esposta al fenomeno che il ministro Lorenzin ha definito «pressoché inesistente, con una percentuale di medicinali contraffatti pari allo 0,1% dei prodotti presenti sul nostro mercato». Grazie alla tracciabilità di ogni singola confezione di farmaco è praticamente impossibile che entri nella filiera legale di farmacie e parafarmacie un farmaco che non sia dotato del bollino ottico realizzato dal Poligrafico dello Stato. Dal 2007, inoltre, il sistema italiano anti-contraffazione è implementato anche dalla task-force denominata Impact Italia e costituita da Aifa, ministero della Salute, Istituto superiore di sanità, Carabinieri Nas, ministero dello Sviluppo Economico, Agenzia delle dogane e ministero dell'Interno. Nel mondo tuttavia, il fenomeno assume dimensioni più preoccupanti: secondo la Food and drug administration statunitense più del 10% del mercato farmaceutico mondiale è soggetto a contraffazione. Ma se nei paesi industrializzati, dotati di norme e sistemi di monitoraggio efficaci, la percentuale per farmaci falsi è dell'1%, in molti Paesi dell'Africa e dell'Asia si raggiungono punte del 20-30%. Ingente pure la dimensione economica del business dei farmaci tarocchi: il Center for medicine in the public interest, un organismo americano specializzato in merito, stima che la vendita di farmaci falsi è aumentata del 90% tra il 2005 e il 2010, attestandosi a 75 mld di dollari (55 miliardi di euro), un’attività tra 10 e 25 volte più redditizia rispetto al traffico di droga.(SZ)


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