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Brevettato nuovo cerotto per terapie cute
Un cerotto in grado di incorporare e rilasciare in modo controllato olii essenziali, prevenire infezioni e facilitare la guarigione di ferite ed ustioni. È solo uno dei molti tipi di materiali intelligenti studiati dai ricercatori del gruppo Smart materials dell'Istituto italiano di tecnologia di Genova (Iit), come carta idrorepellente con proprietà antibatteriche e magnetiche, schiume di polimeri per pulire l'acqua da petrolio e benzina o pellicole protettive igieniche per strumenti medici. Il nuovo tipo di cerotto è frutto della collaborazione con il Dipartimento di Ricerca e sviluppo farmaci, sempre dell'Iit. Nel comunicare la realizzazione di questo prodotto innovativo nel campo dei prodotti per medicazioni di ustioni e ferite, l'Istituto di ricerca genovese specifica che i materiali sono stati preparati grazie alle nanotecnologie e che sono basati su polimeri naturali in grado di incorporare olii essenziali e altri composti derivati da prodotti naturali quali cannella, menta e limone con diverse proprietà, per esempio anti-batteriche, anti-infiammatorie o anti-ossidanti.
Si tratta di reti di nanofibre ottenute per elettrofilatura (elettrospinning) caratterizzati da un elevato grado di flessibilità: si conformano a qualsiasi ferita e promuovono la rigenerazione dei tessuti, limitano la crescita batterica, favoriscono la traspirazione naturale e rilasciano prodotti specifici sulla ferita.
Responsabile del gruppo Smart materials è la ricercatrice greca Athanassia Athanassiou, che spiega: «in pratica decidiamo noi quando, come e cosa il cerotto rilascia sulla ferita». L'elevata efficienza e i ridotti costi di produzione sono tra i principali vantaggi vantati dai "cerotti nanotecnologici" e secondo Rosalia Bertorelli, ricercatrice nel Dipartimento di Ricerca e sviluppo farmaci, la loro immissione in commercio potrebbe essere piuttosto rapida: «abbiamo già depositato tre brevetti riguardanti questi nuovi prodotti e abbiamo diversi investitori già interessati; se tutto va bene, stiamo pensando di partire con un progetto di startup».
Renato Torlaschi