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09 Maggio 2023

Busta paga e assunzioni: impatti delle misure in vigore e nuove detassazioni. Nuovi tagli allo studio


Il Decreto lavoro pubblicato in gazzetta cerca di sostenere i redditi dei dipendenti. Le misure prevedono impatti sulle buste paga detassazione delle tredicesime e bonus assunzioni


Buste paga, benefit esentasse, contratti a termine, bonus assunzioni. Sono alcuni degli ambiti di intervento del Decreto lavoro, che è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale e che, tra le varie misure si è posto l'obiettivo di sostenere i redditi dei dipendenti. Ma quali saranno i principali impatti per lavoratori e datori?

Decreto Lavoro in vigore: gli impatti sulle buste paga

È in vigore da venerdì il cosiddetto Decreto Lavoro che è stato licenziato il primo maggio dal Consiglio dei ministri. Tra le misure, come già anticipato, ci sono gli interventi legati alle buste paga per contrastare gli effetti dell'inflazione - tornata a crescere ad aprile dell'8,3% su base annua -, e sostenere il potere d'acquisto delle famiglie. Innanzitutto, a essere previsto è un ulteriore taglio al cuneo di 4 punti percentuali per i lavoratori dipendenti, dal primo luglio al 31 dicembre (a eccezione della tredicesima), che va a sommarsi a quello disposto con la legge di Bilancio 2022, come potenziamento degli interventi del precedente Governo Draghi. Con il nuovo intervento, l'esonero parziale sulla quota dei contributi previdenziali passa quindi dal 2 al 6% per i redditi fino a 35mila euro annui, mentre l'esenzione va dal 3 al 7% se la retribuzione imponibile non eccede l'importo mensile di 1.923 euro (fino a un lordo annuo di 25mila euro). Ma quali saranno gli impatti sulla busta paga? Secondo le prime stime diffuse dalla stampa in riferimento ai calcoli della Ragioneria, se in termini percentuali la misura va a favore dei redditi più bassi, in cifre assolute saranno le buste paga più alte - nei limiti fissati - a trarne i maggiori benefici. Le cifre trapelate ventilano, per le diverse fasce di reddito, un aumento che potrebbe andare da 50 a 130 euro.

Si studiano misure di detassazione sulle tredicesime

La misura ha coperture fino a fine anno e dai sindacati e dalle opposizioni è stato sottolineato come per coprire una parte del Decreto Lavoro si vada ad attingere ai fondi stanziati per l'anticipo pensionistico per i lavoratori precoci. Per rinnovare la misura nel 2024 o per renderla strutturare occorrerà trovare nuove risorse. Sul punto, in una intervista di ieri al Corriere, Maurizio Leo, vice Ministro all'Economia, ha spiegato che "visto l'elevato prelievo fiscale-contributivo sui lavoratori, la volontà è di stabilizzare il beneficio. Non è possibile pensare di togliere il prossimo anno quel che si è deciso di dare ora. Tuttavia, occorrerà aver ben chiaro che ci sono compatibilità finanziarie da rispettare, che saranno più chiare in autunno con la nota di aggiornamento del Def".
A ogni modo, sempre con l'obiettivo di detassare le buste paga, allo studio per il prossimo periodo ci sono anche altre misure: come illustrato sempre da Maurizio Leo nelle Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato, proseguono i lavori per valutare nel 2024 la riduzione delle aliquote Irpef da quattro a tre, ma sul tappeto ci sarebbe anche "un taglio delle tasse sulle tredicesime: credo che la 13ª possa essere assimilata a un reddito aggiuntivo e quindi trattata con l'aliquota agevolata del 15%, ma occorrerà vedere le risorse disponibili".

Novità anche sui fringe benefit

Intanto, tra le altre misure confermate nel Decreto lavoro, a sostegno dei redditi, c'è anche l'incremento della soglia dei fringe benefit - i premi aziendali esentasse. Attualmente il tetto è fissato a 258,23 euro perché la legge di bilancio non aveva confermato le misure precedenti. Con il nuovo intervento il tetto sale quindi, per il 2023, a 3mila euro, ma solo per i lavoratori con figli a carico, indipendentemente dal reddito. Saranno comprese ancora anche le somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell'energia elettrica e del gas naturale. Lo stanziamento previsto è di 142 milioni di euro.

Bonus assunzioni e contratti a termine

Nel testo ci sono poi gli interventi a favore delle assunzioni, tra cui l'esonero contributivo al 60% della retribuzione lorda a fini previdenziali per i datori che dal 1° giugno assumeranno giovani Neet - vale a dire under 30 che non lavorano, non studiano e non sono coinvolti in percorsi di formazione. Il contributo è a domanda e per beneficiarne è necessaria la registrazione al Programma Operativo Nazionale Iniziativa Occupazione Giovani. L'incentivo si applica alle assunzioni con contratto a tempo indeterminato, anche a scopo di somministrazione, e con contratto di apprendistato. Sempre in tema di contratti, sono state poi confermate le modifiche alla disciplina del contratto di lavoro a termine introdotta nel 2015 con il cosiddetto Decreto Dignità. Le norme prevedono una modifica alle causali che possono essere indicate nei contratti di durata tra i 12 e i 24 mesi (comprese le proroghe e i rinnovi). Pertanto, i contratti potranno avere durata superiore ai 12 mesi, senza eccedere i 24 mesi, in determinati situazioni: nei casi previsti dai contratti collettivi - di valenza nazionale o territoriale e aziendale; per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva, individuate dalle parti, in caso di mancato esercizio da parte della contrattazione collettiva, e in ogni caso entro il termine del 31 dicembre 2024; per sostituire altri lavoratori. In precedenza, le condizioni erano legate a esigenze temporanee e oggettive estranee all'ordinaria attività; sostituzione di altri lavoratori; incrementi temporanei, significativi non programmabili, dell'attività ordinaria. Da parte dei sindacati e delle opposizioni è stato messo in luce che la misura rischia di aumentare il precariato (oggi lavoratori a termine sono più di 3 milioni).

Francesca Giani

TAG: GOVERNO, GAZZETTA UFFICIALE, STIPENDIO DEI DIPENDENTI, BUSTA PAGA

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