ott142015
Ca prostata e integratori, Federsalus: eccessiva semplificazione in risultati dello studio
Non accennano a spegnersi le polemiche sollevate dallo studio ProtPros, condotto a Torino che ha associato l'uso di integratori al tumore prostatico. E dopo la risposta dei ricercatori ai produttori (
cfr Farmacista33 9 ottobre), arriva un'ulteriore stroncatura da Federsalus in occasione di un incontro svoltosi a Milano dedicato a "Integratori alimentari in pillole: vero o falso?". In tema di «errori da sfatare in un settore troppo spesso frainteso» l'associazione ha parlato di una «eccessiva semplificazione delle conclusioni della sperimentazione dell'Ospedale Molinette di Torino secondo cui sostanze come Selenio, Licopene e Té Verde sarebbero responsabili di un aumento del rischio di sviluppare il tumore alla prostata». In particolare secondo
Marco Fiorani,presidente di FederSalus c'è un ambiguità di fondo: «L'equivoco, ancor più grave quando sollecitato da operatori professionali della salute, è immaginare che alcuni integratori alimentari possano essere utilizzati per curare malattie gravi come i tumori attraverso sperimentazioni quantomeno approssimative e poi, a fronte di risultati necessariamente deludenti, dedurre che addirittura possano averne favorito l'insorgenza». Gli esperti hanno anche sottolineato la differenza tra farmaci ed integratori è data anche dal loro impiego: «gli integratori alimentari vanno usati per il mantenimento della salute ed il benessere di individui sani e non per la cura di malattie». Inoltre, come precisato da
Alberto Martina, docente presso il Dipartimento di Scienze del Farmaco dell'Università di Pavia, «se il farmaco risponde ai canoni della cosiddetta medicina d'attesa, ossia che occorre attendere che la patologia si manifesti prima dell'utilizzo, gli integratori fanno invece capo al concetto di riduzione del fattore di rischio e sono utili in caso di ripristino di una alterata omeostasi».
Simona Zazzetta