ott152013
Canada, successo del farmacista prescrittore nel diabete 2
I farmacisti canadesi possono, in alcuni casi, anche prescrivere farmaci ed esami e praticare vaccinazioni. Le nuove responsabilità sono state introdotte da poco quindi i benefici presunti e attesi, in termini di miglior allocamento delle risorse sanitarie e appropriatezza delle cure, sono ancora teorici. Un primo successo però è appena stato confermato da uno studio che ha indagato gli effetti di adeguamento della terapia insulinica operato dal farmacista sul controllo del diabete di tipo 2. I risultati, come riporta la rivista online Bmj Open, promuovono a pieni voti l’intervento del farmacista sul territorio, tanto che in Inghilterra Gordon Rushworth, farmacista responsabile per il diabete al Nhs Highland diabetes centre di Inverness, li cita come esempio di «un nuovo modello di somministrazione delle cure farmaceutiche basato sul territorio». L’esperimento ha riguardato 12 farmacie dello stato di Alberta, in Canada, che dovevano individuare, tra i propri pazienti con diabete e terapia con ipoglicemizzanti orali in corso, quelli la cui glicemia non era sufficientemente controllata. I farmacisti hanno proceduto in questo modo: inviato i pazienti ad eseguire un test per la misurazione dell’HbA1c direttamente in farmacia, reclutato quelli con livelli di emoglobina glicata compresi tra 58,5 e 96,7mmol/mol (7,5-11%). A 100 di questi pazienti che hanno accettato di partecipare allo studio, i farmacisti hanno prescritto insulina glargine, da assumere la sera prima di andare a letto in aggiunta alla loro terapia, invitandoli a correggere la dose giorno dopo giorno fino a che il livello di glicemia a digiuno risultasse < 5,5mmol/L. I pazienti sono stati seguiti regolarmente per 26 settimane (6 mesi) e oltra la meta (51%) ha portato i valori di HbA1c alla soglia del 7% (< 53mmol/mol), mentre per il 48% dei partecipanti il farmacista è intervenuto anche modificando il regime dell’ipoglicemizzante orale. Entusiasti gli autori, Yazid Al Hamarneh, dell’università di Alberta, e colleghi, perché i risultati sono sovrapponibili a quelli di studi simili effettuati con i medici. «Che prescrivere l’insulina migliori il controllo glicemico non è una sorpresa» ha sottolineato Gordon Rushworth «quello che è importante è che i farmacisti sono stati capaci di identificare sistematicamente i pazienti con scarso controllo glicemico e di educarli e sostenerli fino a portarli a raggiungere un miglior esito». Unico neo metodologico: per la buona riuscita di un simile intervento è necessario che il farmacista abbia accesso ai dati clinici dei pazienti, o ai registri dei diabetici.
Elisabetta Lucchesini