Politica e Sanità
04 Agosto 2018Prodotti derivati dalla cannabis non terapeutica stanno comparendo in alcune farmacie: questo ha suscitato interesse di alcuni colleghi farmacisti e perplessità di altri. Lo stesso ministro della Salute Giulia Grillo ha di recente sottolineato la confusione generata dall'uso improprio da parte di alcuni negozi di libera vendita della definizione "cannabis light terapeutica" che, ha detto, «non esiste. Sono argomenti tra loro totalmente differenti - ha precisato il ministro - non vanno confusi». In attesa della risposta dell'Avvocatura di Stato che sul tema è stato interrogato dal ministero stesso, Farmacista33 ha intanto chiesto chiarimenti tecnici a Marco Ternelli, farmacista galenista per avere un polso della situazione attuale.
«I prodotti derivati dalla cannabis non terapeutica (diversi dalla cosiddetta canapa light, ndr.) contengono cannabinoidi non stupefacenti, in quanto non contengono il Thc neanche in piccola percentuali, ma altre sostanze, in particolare Cbd (cannabidiolo), Cbg (cannabigerolo) e i terpeni, che peraltro non sono presenti esclusivamente nella cannabis - spiega Ternelli. E continua: «Quindi si tratta di prodotti che non sono sottoposti ai controlli propri degli stupefacenti». In Italia la registrazione di questi prodotti avviene nella categoria degli aromi per alimenti certificati che oltre ai test sui componenti deve dimostrare di essere completamente atossico e non contenere Thc. Bisogna capire se qualcosa potrebbe cambiare nei prossimi tempi. Ternelli ricorda che non sono stati fatti studi clinici sui prodotti contenenti Cbd e Cbg, ma riporta che «studi di tipo preclinico avevano dimostrato che per alcune patologie il Cbd e il Cbg offrono benefici tangibili». E aggiunge: «L'approvazione a fine giugno 2018 da parte dell'Fda di un farmaco in formulazione orale a base di cannabidiolo (Cbd) per il trattamento delle crisi associate a due forme rare e gravi di epilessia, potrebbe aprire a nuovi scenari. Presumibilmente questo farmaco arriverà anche in Europa, sancendo così l'efficacia terapeutica del principio attivo, e classificando il Cbd come sostanza farmaceutica dotata di attività terapeutica e indicazioni terapeutiche registrate». Il farmaco approvato, con nome commerciale Epidiolex, è stato testato per l'efficacia in tre studi clinici randomizzati, in doppio cieco, controllati con placebo.
Il bisogno di chiarezza sulla commercializzazione dei prodotti a base di cannabis a uso industriale non è però solo dei farmacisti. Infatti, il Ministero delle Politiche Agricole insieme alla Commissione Agricoltura della Camera hanno lanciato la proposta di un tavolo di filiera della canapa, al quale dovrebbero sedere cinque ministeri, le organizzazioni dei produttori agricoli e il mondo della ricerca, per affrontare il tema in tutti i suoi aspetti, dalla commercializzazione dei prodotti al loro utilizzo. «Se si vogliono commercializzare i prodotti derivanti dalla coltivazione di canapa o etichettarli come alimenti o ancora dare altra destinazione bisogna che i ministeri competenti intervengano per dire quali sono i requisiti e i parametri per poterlo fare - ha spiegato Filippo Gallinella, presidente della Commissione Agricoltura, ricordando che la legge 242 regola solo la parte agricola.
Chiara Romeo
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