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15 Novembre 2022

Carenza farmacisti. Retribuzione, benessere sul lavoro e formazione sono le ragioni del turnover


Una Survey presentata dal Conasfa indaga i possibili motivi dietro la carenza di farmacisti dall'aumento della richiesta di personale legato ai nuovi servizi, a un generale calo demografico nella professione


La carenza di farmacisti può avere diverse ragioni, dall'aumento della richiesta di personale legato ai nuovi servizi, a un generale calo demografico nella professione. Ma, data la complessità del fenomeno, sono ancora da comprendere a fondo le ragioni di tipo più qualitativo. Quanto incide la possibilità di conciliare lavoro e vita personale? Quanto il rapporto impegno-retribuzione? E, più in generale, quanto possono fare strumenti manageriali e di gestione del personale per migliorare la percezione dei dipendenti? Sono questi alcuni ambiti indagati dalla Survey, presentata dal Conasfa, nel corso del proprio evento a FarmacistaPiù, dedicata al "Benessere organizzativo percepito dai farmacisti impiegati nelle farmacie indipendenti, nelle farmacie delle società di capitale e nelle farmacie municipalizzate".

Carenza farmacisti: aspetti di organizzazione aziendale

«La carenza di personale nelle farmacie è un fenomeno complesso e sempre più avvertito» ha detto a FarmacistaPiù Cristiano Tavani, farmacista che ha ideato e condotto la Survey nell'ambito del Master in Pharmacy Management e presentata nel corso dell'evento "Il farmacista come risorsa dalle molteplici competenze ed imprescindibile per il Servizio Sanitario Nazionale attuale e per il Servizio Sanitario Nazionale del futuro" del Conasfa. «Questo può essere legato all'aumento della richiesta di personale alla luce dei nuovi servizi, così come a un generale calo demografico che attraversa tutta la società italiana» e che è visibile anche all'interno della professione. Ma alla base possono esserci anche piani diversi: «l'attrazione verso altri lavori che permettano di conciliare meglio tempi lavorativi e tempi di vita privata, elementi economici, aspetti che vanno ricercati nella cultura aziendale della farmacia o nel benessere organizzativo percepito da un farmacista». Da qui è nata l'idea della Survey che ha cercato «di indagare la percezione dei collaboratori e di capire se potessero esserci differenze a seconda del contesto in cui si opera - farmacia indipendente, municipalizzata o appartenente a società di capitale.

La raccolta dei dati è iniziata il primo giugno ed è terminata il primo settembre. I farmacisti sono stati contattati attraverso la rete delle conoscenze personali, social e piattaforme digitali di settore. Le risposte totali sono state 200, di cui 150 riferite a farmacisti che lavorano in farmacia indipendente e, nell'81% casi, inquadrati come farmacisti collaboratori. I risultati sono interessanti perché rappresentano un valido strumento per un miglioramento della performance dell'organizzazione e per una gestione più strutturata del personale dipendente. A emergere, tra gli altri aspetti, è infatti che nel comparto la funzione di gestione del personale non è ancora pienamente sviluppata. I farmacisti mostrano aspirazioni professionali ma anche di crescita e di partecipazione ai processi e alle strategie aziendali che non sempre trovano espressione nella realtà aziendale».

Survey mette in luce intenzione di cambiare lavoro per molti farmacisti

In merito ai risultati dell'indagine, un aspetto «su cui potrebbe essere utile avviare una riflessione è che tre farmacisti su quattro (74%), se potessero, cambierebbero lavoro. Il risultato è considerato a livello globale, ma scendendo nel dettaglio del contesto lavorativo emerge che nelle farmacie municipalizzate tale valore è più basso». Al riguardo, tema a cui «prestare attenzione» è la conciliazione vita-lavoro: «Il 60% dei farmacisti non reputa che il proprio lavoro permetta di conciliare vita privata e lavorativa, con un dato abbastanza allineato in tutte e tre le realtà». Alla domanda se la propria azienda promuova azioni per favorire la conciliazione dei tempi lavoro con quelli della vita privata, si trova "del tutto", "molto" e "abbastanza d'accordo" il 29,5% dei rispondenti, «con un'oscillazione che va dal 36% nelle municipalizzate al 25% nelle farmacie di capitale». Tra i temi indagati, anche l'assegnazione del carico di lavoro e la distribuzione delle responsabilità: «mediamente, il 63% ritiene che vi sia equità nell'assegnazione del carico di lavoro e il 64% nella distribuzione delle responsabilità, con una differenza tra i tre ambiti: si va dal 61% delle farmacie indipendenti al 75% delle società di capitale e all'84% delle farmacie speciali per carico di lavoro mentre, in merito alla distribuzione delle responsabilità, il dato si attesta intorno all'85% per le farmacie municipalizzate e al 62% per le altre».

Conciliazione vita lavoro, retribuzione e formazione leve a cui prestare attenzione

Sul fronte economico, poi, «l'80% dei farmacisti rispondenti non giudica equilibrato il rapporto tra l'impegno richiesto e la retribuzione: nelle farmacie appartenenti a società di capitale questo dato è pari all'87%, mentre in quelle indipendenti al 78% - 80% nelle municipalizzate». In particolare, complessivamente, «il 77,5% dei farmacisti non ritiene equilibrato il modo in cui la retribuzione viene differenziata in rapporto alla quantità e qualità del lavoro svolto. Quasi 3 farmacisti su 4 (70%) reputa che non sia delineato appieno un percorso di sviluppo professionale e il 61,5% dei farmacisti non reputa sufficiente l'investimento sulla formazione».

Quanto alla realizzazione personale nel proprio lavoro «a livello complessivo è percepita dal 47,5% dei farmacisti. Inoltre, il 60% dei farmacisti non reputa che il proprio lavoro gli dia prestigio sociale e, in merito alla realizzazione personale nel proprio lavoro « a livello complessivo è percepita dal 47,5% dei farmacisti. Un dato che è sovrapponibile nelle farmacie indipendenti e nelle società di capitale, mentre nelle municipalizzate questo è pari al 65,4%». Ma un ulteriore ambito indagato dalla Survey riguarda anche il contesto lavorativo: «Un farmacista su due percepisce un buon livello di circolazione delle informazioni nell'azienda, con il 63% per le farmacie municipalizzate. A conoscere le strategie della propria azienda o del titolare è il 53% dei farmacisti. Il 51% poi dichiara di sentirsi coinvolto nel definire obiettivi e risultati, con un valore più elevato nelle municipalizzate e nelle società di capitali dove probabilmente l'organizzazione aziendale è più strutturata».

Francesca Giani


TAG: FARMACISTI, RETRIBUZIONE DEI FARMACISTI, TURNOVER

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