Sanità

ott182018

Catene e nuovi format cambiano le aspettative degli utenti. Ecco come

Catene e nuovi format cambiano le aspettative degli utenti. Ecco come
Cambiamenti e innovazioni, nel settore farmacia come anche in altri ambiti, determinano un effetto domino che va a impattare in primo luogo sulle aspettative degli utenti, che guardano con occhi diversi il contesto intorno. E, anche per questo, è necessario cogliere tutti le novità in atto e capire a fondo quali evoluzioni innescano. È questa una delle riflessioni avanzate da Erika Mallarini, docente Sda Bocconi, nel corso di un convegno a FarmacistaPiù svoltosi a Roma nei giorni scorsi. «Solo negli ultimi mesi - spiega - si sono susseguiti una serie di importanti novità nel settore, a partire dall'apertura del primo punto vendita a Milano di Boots, che si è proposta con il format di una farmacia democratica». Una «versione beta, pensata in maniera specifica per una città e per un target preciso - un quartiere periferico e popolare di Milano - ma che non necessariamente - e anzi difficilmente - rappresenta il modo in cui questo player entrerà nel nostro Paese». Ma, è il pensiero che emerge, le innovazioni, quali che siano le effettive declinazioni, tendono a modificare le aspettative dell'utenza, che, soprattutto se vanno a rispondere a bisogni prima inespressi, pur in maniera graduale, inizierà a ricercare il nuovo approccio anche altrove.

Per questo, è «necessario fare i conti con i cambiamenti che avvengono nel settore ma anche fuori dal settore e fare uno sforzo per conoscerli e capirli a fondo». Da Mallarini arriva anche una riflessione sulla sanità: «Dall'analisi che abbiamo fatto dei Piani sanitari risulta che il 76% prevede un incremento della distribuzione diretta e per conto. All'interno di questa cifra, il 23% indica un aumento della diretta e il 28% una centralizzazione degli acquisti». Poi ci sono i «piani cronicità dove il 57% delle Regioni coinvolge marginalmente la farmacia, per non contare quelli che non la coinvolgono affatto». Ma oggi la farmacia ha tutte le carte in regola: «I servizi che la farmacia offre sono tanti e raggiungono buona parte del territorio italiano ma, in media, il 75% sono svolti in maniera autonoma. Questo determina una perdita di risorse perché riduce le economie di scala che ci potrebbero essere per tutti». In questo contesto Sistema Farmacia Italia (Sfi) rappresenta per la farmacia che vuole rimanere indipendente un «supporto fondamentale».

Ma, conclude, «chi non ci crede rischia di non far bene al progetto: bisogna aderire se si crede che la rete sia una risposta». «Non si tratta di combattere una battaglia contro qualcuno, ma, tutti insieme, per la farmacia» ha aggiunto Roberto Tobia, tesoriere di Federfarma. «La professione deve essere la parte più importante. Stiamo lavorando molto a Sfi e il progetto ha la necessità di essere portato in porto. Abbiamo tra le mani una grande arma, che è quella della cooperazione, dell'associativismo. Vogliamo sostenere una farmacia libera e indipendente. Stiamo dalla parte della farmacia e questo progetto ci darà certezze per il futuro che ci aspetta». Francesca Giani
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