lug192016
Celiachia, nei nuovi Lea passa da malattia rara a malattia cronica
Da malattia rara a malattia cronica: la celiachia ha una nuova classificazione nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) le cui modifiche sono state presentate nei giorni scorsi dal ministero della Salute
Beatrice Lorenzin. Si tratta di un passaggio atteso e dalle conseguenze importanti per le centinaia di migliaia di cittadini italiani celiaci. «La malattia rara è caratterizzata da un numero ridotto di diagnosi mentre la celiachia, secondo dati epidemiologici confermati colpisce una persona su cento - dice
Caterina Pilo, direttore generale dell'Associazione italiana celiachia (Aic) - anche se resta fortemente sottodiagnosticata, nel nostro paese siano a meno del 30% dei casi attesi». Tutt'altro che rara, dunque, anche se fino a non molto tempo fa manteneva una difficoltà di diagnosi che la accomunava alle malattie rare. Ora le cose cambiano anche dal punto di vista formale, con ricadute importanti per i pazienti: «la documentazione presentata dal ministero della Salute - riferisce Pilo - prevede il totale monitoraggio della patologia con diritto all'esenzione; si fa riferimento al protocollo di diagnosi che il ministero ha aggiornato e approvato lo scorso anno, e c'è un'attenzione sia al merito degli esami da fare che, appunto, alla tutela per l'esenzione.
Nell'ambito dell'allegato 4 della tassazione ambulatoriale vengono indicati tutti gli esami utili per la diagnosi; in questo caso, l'elenco riguarda esami che poi, a seconda dell'applicazione regionale, potranno essere dati in esenzione o in partecipazione alla spesa. Quindi bisognerà vedere quale sarà la gestione autonoma delle regioni e questo dipenderà anche dalle risorse disposizione». Dunque, tutti gli esami necessari sono specificati nell'elenco delle prestazioni ambulatoriali che obbligatoriamente le regioni devono prestare, ma bisognerà vedere in che modo il paziente sarà chiamato a partecipare alla spesa. «È poi importante - sottolinea Pilo - che resta invariata la parte di assistenza alla terapia, quindi l'erogazione gratuita degli alimenti viene riconfermata».
Renato Torlaschi