Sanità

ott292015

Cgia Mestre: migliora Pa in pagamenti verso i privati, ma resta in ritardo

Cgia Mestre: migliora Pa in pagamenti verso i privati, ma resta in ritardo
Anche se i tempi nel pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione verso i privati sono migliorati, anche grazie alle risorse messe a disposizione dal Tesoro e alla normativa, la strada da fare è ancora lunga. È questo il commento che arriva dalla Cgia di Mestre sui dati diffusi dalla Banca d'Italia a proposito dei pagamenti della Pa. Secondo il documento della Banca d'Italia, infatti, si è registrata, negli ultimi 2 anni, una riduzione di 20 miliardi di euro nei debiti contratti dalla Pa verso i privati. Ma, «i risultati del lavoro» si legge nel documento «mostrano che il fenomeno dei debiti commerciali non è ancora stato ricondotto entro limiti fisiologici. Il livello raggiunto dai debiti commerciali alla fine del 2014 è molto lontano da quello coerente con il rispetto dei tempi contrattuali. Il pieno adeguamento alla normativa sui tempi di pagamento, richiederebbe una riduzione dei debiti commerciali» stimata a 70 miliardi di euro a fine 2014 «di circa 50 miliardi». Una situazione che potrebbe essersi creata anche perché «gli enti potrebbero aver destinato parte dei fondi ricevuti al finanziamento di nuove spese, anziché alla riduzione dei debiti commerciali pregressi. Nella scelta degli enti di limitare i pagamenti alle imprese potrebbe aver pesato l'esigenza di contenere l'aumento della loro esposizione finanziaria complessiva, accresciuta dai prestiti concessi dal Mef». Per questo, «sembra tuttavia inevitabile, se si vuole portare i debiti commerciali a livelli fisiologici in tempi brevi, un'ulteriore concessione di liquidità alle amministrazioni, a partire dalle risorse stanziate nel biennio 2013-14 e non utilizzate». Applicando però «il principio di addizionalità: richiedendo cioè una riduzione dello stock di debiti commerciali almeno pari alle risorse messe a loro disposizione». Ma, intanto, dalla Cgia di Mestre viene sottolineato come a livello europeo l'Italia sia ancora indietro: secondo quanto dichiara, in un articolo pubblicato sul sito, il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo, i debiti rappresentano «una cifra imponente che fatica a diminuire poiché la nostra Pa continua a liquidare le fatture con forte ritardo rispetto a quanto previsto dalla Direttiva europea introdotta nel 2013, che impone alle aziende pubbliche il saldo fattura entro 30-60 giorni». Ricordiamo, continua, «che, secondo i dati di Intrum Justitia, nonostante i tempi di pagamento nell'ultimo anno siano scesi di 21 giorni, la nostra Pubblica amministrazione si conferma la peggiore pagatrice d'Europa, visto che salda mediamente i propri fornitori dopo 144 giorni, contro i 38 giorni medi che si registrano in Ue: ben 106 giorni in più della media europea. Rispetto ai nostri principali partner economici, la Francia salda le proprie fatture dopo 62 giorni, l'Olanda in 32 giorni, la Gran Bretagna in 24 giorni e la Germania dopo 19 giorni. Grazie all'introduzione della fatturazione elettronica le cose sono migliorate». Ma, è la riflessione, «il debito complessivo rimane ancora troppo elevato e i ritardi nei pagamento sono del tutto ingiustificati».

Francesca Giani
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