mag72012
City store, i farmaci arrivano al mini-market
Puoi trovare un antinfiammatorio o un mucolitico, così come un gelato o un sushi freschissimo appena arrivato da Milano. Il tutto in qualsiasi momento della giornata e della settimana, visto che l’esercizio è aperto h24 e sette giorni su sette. Si chiama city store, un nuovo modello di parafarmacia, ma in futuro probabilmente anche di farmacia, che coniuga l’offerta di farmaci sop, otc e prodotti per il benessere a quella di generi di prima necessità, dal pane, al latte, dalla frutta, alla verdura, senza disdegnare libri e giornali. È stato aperto a Roma (a pochi passi da ben due farmacie) dalla catena Essere Benessere lo scorso sabato ed entro luglio ne verranno inaugurati altri 86 su tutto il territorio nazionale, ridando vita così ai locali dei vecchi negozi Blockbuster rilevati negli scorsi mesi e portando per la prima volta in Italia una tipologia di attività tipicamente anglo-americana. La rivoluzione nella vendita dei medicinali, dunque, non è alle porte ma è ormai una realtà, per iniziativa di un gruppo che ha investito nel progetto 40 milioni di euro, con 500 assunzioni, di cui 300 farmacisti e 200 ex dipendenti Blockbuster.
«Stiamo vivendo un periodo di grandi cambiamenti e di grandi incertezze» dice Danilo Salsi, presidente di Essere Benessere. “Una cosa, però, deve essere chiarissima: nulla sarà più come prima. Se è vero che la farmacia non potrà più reggersi economicamente sul farmaco etico, l’unica strada è cimentarsi nell’arena competitiva del prodotto commerciale. Questo, però, significa fare un altro mestiere e molti farmacisti non sono preparati. Il mercato offre oggi un’occasione forse unica. Se il cliente cerca servizi sotto casa, quale realtà è più prossima della farmacia? Se la Gdo può vendere l’aspirina, perché la farmacia non può migliorare la propria offerta commerciale in modo da soddisfare sempre di più i bisogni dei propri cienti?
Molti farmacisti troveranno queste parole provocatorie ma, signori, la farmacia come l’abbiamo conosciuta non esiste più, almeno da un punto di vista economico. Delle due l’una: o si opta per una farmacia dispensatrice di solo farmaco, ultimo terminale di un Ssn sempre più povero, o ci si lascia il passato alle spalle e si pensa con coraggio a una o più nuove formule».