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Politica e Sanità

15 Luglio 2016

Codice Efpia, in Uk compensi trasparenti per i farmacisti


Sono circa 675 mila le sterline che le industrie farmaceutiche inglesi hanno corrisposto alle attività di consulenza prestate dai farmacisti nel corso del 2015. Il dato emerge in seguito agli accordi sul disclosure code, esecutivo dal 30 giugno, e reso disponibile database della Association of the british pharmaceutical industry (Abpi), integralmente accessibile al pubblico. A partire da questa data, infatti, in Inghilterra, così come in altri 30 Paesi europei che hanno deciso di aderire al codice Efpia sulla trasparenza (Disclosure Code) - Italia inclusa - le aziende farmaceutiche hanno reso pubblici tutti i dati relativi a trasferimenti in denaro agli operatori della salute, per Ricerca e Sviluppo di nuovi farmaci, consulenze scientifiche, seminari e convegni scientifici che offrono aggiornamento al medico, e supporti ai congressi e ai corsi di aggiornamento. Nel Regno Unito, invece, è un'attività abbastanza comune e ora resa trasparente dal recente codice: nel 2015 sono stati registrati 1.192 versamenti in favore dei farmacisti, di cui alcuni relativi a piccole spese di viaggio, ma altri più importati, per esempio oltre 17 mila sterline per servizi di consulenza, la cifra più alta corrisposta in un solo pagamento.

Anche il presidente della Royal Pharmaceutical Society, Ash Soni ha dichiarato i quattro pagamenti ricevuti per un totale di 2.500 sterline e in un commento rilasciato sulla rivista The Pharmaceutical journal, ha incoraggiato i farmacisti a seguirne l'esempio. Infatti, come spiega Mike Thompson, chief executive di Abpi, «mentre le aziende sono obbligate alla trasparenza, chi riceve i pagamenti può scegliere di non mostrarli pubblicamente». Il farmacista, che per la precisione ha percepito 17 mila e 620 sterline, ha dichiarato di aver svolto un'attività attraverso la South Asian Health Foundation, per organizzare e presiedere un programma di eventi per incrementare le conoscenze dei temi religiosi e culturali nella comunità sud-asiatica per potrebbero avere un impatto sul diabete. Molti farmacisti hanno ricevuto più pagamenti per un totale che va, per ognuno, dalle 20 a circa 32 mila sterline. Secondo Thompson le partnership tra industria farmaceutica, operatori sanitari e organizzazioni sono centrali per lo sviluppo di nuovi farmaci e come ha dichiarato Robert Lechler, presidente dell'Accademia delle scienze mediche «anche il mondo accademico può dare un contributo ad accelerare il tasso di scoperta scientifica e l'innovazione».

Ma, dice Lechler «molte persone sono preoccupate per come queste collaborazioni potrebbero compromettere l'integrità della ricerca. Questo è il motivo per cui è della massima importanza che la natura di queste collaborazioni e il loro impatto sulla ricerca siano comunicati al pubblico in modo chiaro e trasparente». Secondo Alan Boyd, preside della Facoltà di Medicina Farmaceutica è di «vitale importanza che le aziende lavorino a stretto contatto con i professionisti della salute ed è giusto che essi siano retribuiti per il tempo che dedicano a fare questo, poiché questo avviene normalmente al di fuori del loro normale orario di lavoro». In Italia, precisano fonti interne di Farmindustria, non ci sono dati analoghi in quanto le collaborazioni tra industria e operatori sanitari riguardano solo la categoria dei medici.

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