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Politica e Sanità

19 Ottobre 2016

Concorso Lazio, i vincitori: graduatoria a rischio scadenza. L’esperto: timori fondati


A pochi giorni dalla sentenza del Consiglio di Stato che dovrebbe chiarire l'esito della travagliata assegnazione delle sedi di Latina, crescono le incertezze sul procedimento del concorso straordinario nel Lazio, con particolare riferimento al secondo e terzo interpello che rischiano di decadere a causa del dilungarsi delle tempistiche del primo interpello. A chiarire con Farmacista33 alcuni dei dubbi in merito, tra cui quelli di una vincitrice che ha lanciato un'iniziativa sui cocial network per accelerare i temi, è l'avvocato Gustavo Bacigalupo dello Studio Associato Bacigalupo-Lucidi.

In un post su facebook rivolto a tutti gli interessati la vincitrice in attesa del secondo interpello scrive: «A seguito del primo interpello risultano non assegnate 71 farmacie. Il bando prevede che le sedi resesi disponibili, vengano assegnate, attraverso il meccanismo dello scorrimento della graduatoria, ai concorrenti successivi, convocati per mezzo di un secondo/terzo interpello. Il problema è che nelle determine recapitate ai colleghi del primo interpello, il termine fissato per l'apertura è di 6 mesi più 6 mesi. Risulta chiaro quindi che la Regione punta a far decadere la graduatoria, la cui scadenza è fissata a 2 anni dalla pubblicazione, ovvero dicembre 2017». I timori sulla possibilità che la graduatoria se non si interviene con qualche provvedimento possa decadere «sono fondati» secondo l'avvocato Bacigalupo che aggiunge: «Tuttavia, è probabile che la validità della graduatoria venga prolungata a 5 o 6 anni in un decreto legge Milleproroghe perché questo è un problema di tutta Italia, non solo laziale. In Veneto i due anni stanno per passare, in Friuli è finito adesso il primo interpello e chissà quanto ci vorrà e così via. Se il secondo interpello avverrà più tardi i vincitori del concorso potranno scegliere tra un numero molto maggiore di sedi invece di quelle avanzate che, in linea di massima, sono anche le meno ambite».

Delle 274 sedi messe a concorso, diventate poi 271, 200 sono state assegnate al primo interpello. Per procedere la Regione vorrebbe esaurire le prime assegnazioni, attualmente sono alla 64esima. «In teoria la Regione dovrebbe procedere a tambur battente con l'offerta ai secondi interpellati» commenta l'esperto «ma per economia, aspetta di riunire insieme tutte le sedi non attivate entro i 180 giorni, che nel Lazio diventano 360, in modo da fare un unico secondo interpello non solo con le 71 sedi attualmente avanzate, ma anche con le prime che verranno rinunciate o che sono state accettate ma non verranno aperte e così via. Sono comportamenti che sono autorizzati dai bandi».

Se da una parte si dilungano i tempi, dall'altra si allarga molto il bacino di farmacie dalle quali i secondi interpellati potranno pescare - sempre che venga prolungata la scadenza della graduatoria, «soprattutto dopo che si è espresso il Consiglio di Stato con parere negativo sulla questione della duplice assegnazione» spiega Bacigalupo che chiarisce: «La scorsa settimana il Consiglio di Stato con un'ordinanza ha dimostrato di credere che chi ha vinto una sede in una regione non può vincerne un'altra: questo creerà un sacco di "vittime". Di fatto, per esempio, se viene assegnata una sede a Milano e si decide di aprirla poi non se ne può aprire un'altra anche a Bari e questa scelta farà perdere la farmacia al collega di Bari con il quale aveva partecipato al concorso in forma associata». Sul concorso laziale pesano diverse questioni ancora non risolta, tra cui le determine regionali di assegnazione e le sedi sub judice. Questi, come altri temi, come la titolarità e gestione della farmacia, la pianificazione economica, il business plan e gestione finanziaria dell'esercizio, la reperibilità, disponibilità e idoneità dei locali saranno oggetto di confronto con gli esperti del settore che si terrà domenica 13 novembre, a Roma. Tra questi, oltre Bacigalupo gli avvocati Stefano Lucidi, Laura Giordani, il commercialista Roberto Santori e i rappresentanti di Credifarma e Farma Nuova.


Attilia Burke

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