lug302013
Rinite allergica, più colpiti i bimbi ma sottostimati i sintomi
È l’età infantile la fascia più colpita dalla rinite allergica, in particolare in Italia, dove 15 pazienti su 100 sono bambini, ma il dato è sottostimato dal momento che spesso non si arriva a una diagnosi, poiché il naso chiuso non viene associato al disturbo. A dirlo sono gli esperti riuniti in occasione del convegno sulla rinite allergica nell'infanzia, svoltosi sabato e promosso dall'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, da cui è emerso che nel mondo sono 400 milioni le persone che soffrono di questo disturbo. Questa forma di allergia resta una delle più sottodiagnosticate dell'infanzia, perché, come spiegato da Alessandro Fiocchi, responsabile dell'Unità di Allergologia del Bambin Gesù, «spesso uno dei sintomi più comuni, il naso chiuso, viene associato alla costituzione stessa dei bambini». Invece i genitori devono fare attenzione, soprattutto in presenza di cinque particolari segnali: occhiaie, alito cattivo, prurito e sangue dal naso, oltre che frequenti starnuti. «In questi casi» ha aggiunto «la prima cosa da fare è rivolgersi al pediatra, che stabilirà se è bene fare i test allergici». I dati epidemiologici emergono dalla somministrazione di alcuni questionari Isaac (International study of asthma and allergies in childhood) proposti nell’ambito di un’indagine svolta in diversi Paesi del mondo. È risultato che, in molti paesi, la malattia è diffusa soprattutto tra i bambini: nell'ultimo anno, per esempio, la prevalenza nella fascia di infantile oscilla tra il 5% ed il 22,6%, mentre l'incidenza cumulativa arriva a superare il 35%. Primato negativo in assoluto, tra i Paesi inclusi nell'indagine, per Hongkong (22,6%), ma anche l'Italia si trova in una posizione di rilievo in classifica, con 15 bambini su 100 che ne soffrono. La rilevanza internazionale del dato, hanno spiegato gli esperti del Bambino Gesù, «imporrebbe di inserire la rinite allergica nell'elenco delle malattie non infettive stilato dall'Onu».