mar302021
Tamponi rapidi nasali, Consiglio di Stato: farmacista abilitato al prelievo. No all'autotest
Il test rapido con prelievo nasale in farmacia va eseguito dal farmacista, operatore abilitato e da evitare in autotest perchè a rischio di falsi negativi
Il
test rapido con prelievo nasale per la rilevazione dell'antigene del coronavirus deve essere eseguito direttamente da personale abilitato, "nel quale va ricompreso il farmacista", in quanto da un test effettuato dallo stesso paziente, anche se sotto la vigilanza del farmacista ne deriva una "inevitabile incertezza" con gravi rischi per la salute pubblica poiché può portare a falsi negativi e al "mancato isolamento di soggetti affetti dal virus". A dirlo è un'ordinanza del Consiglio di Stato (N. 01634/2021) intervenuto sulla richiesta di sospensione proposta dall'Ordine nazionale dei biologi dell'accordo stipulato a dicembre tra la Regione Emilia-Romagna e le farmacie per l'esecuzione di test antigenici rapidi in farmacia.
Biologi: tampone rapido non è tra competenze professionali dei farmacisti
A segnalare la decisione dei giudici amministrativi della Sezione Terza del CdS, esprimendo "viva soddisfazione", è FarmacieUnite che aveva seguito la vicenda per le sue associate dell'Emilia-Romagna e in una nota richiama tutta la vicenda. L'Ordine dei biologi, "dopo l'ordinanza del 09-02-2021 del Tar dell'Emilia-Romagna che aveva respinto la richiesta di sospendere l'accordo tra la Regione Emilia-Romagna e le Associazioni di Categoria delle farmacie convenzionate circa l'esecuzione dei tamponi antigenici rapidi in farmacia, si è rivolto al Consiglio di Stato per contestare, anche in quella sede, la legittimità dell'esecuzione di tale test da parte dei farmacisti e rinnovare la richiesta di sospensione". Dal canto suo l'ordine dei Biologi sostiene "che, in assoluto, non rientri nelle competenze professionali dei farmacisti, né l'atto materiale del prelievo del campione biologico, né la sua analisi, per quanto effettuata attraverso il semplice utilizzo di un reagente già predisposto dal fabbricante". Secondo i biologi, inoltre, nel caso specifico caso dei test eseguiti in Emilia-Romagna, "il prelievo del campione biologico materialmente effettuato dal paziente, seppur sotto la vigilanza del farmacista, non garantisce una sua corretta esecuzione, e generi, pertanto, il rischio di falsi negativi". Un rilievo che il Consiglio di Stato ha ritenuto fondato e lo ha accolto.
Prelievo eseguito dal paziente genera incertezza e rischio di falsi negativi
Il Consiglio di Stato ritiene, infatti, che "l'istanza di sospensione proposta dall'Ordine nazionale dei Biologi, debba essere accolta, nei limiti in cui il provvedimento impugnato consenta che il predetto test rapido nasale, per la rilevazione dell'antigene del coronavirus, non venga eseguita da personale abilitato, ma dallo stesso paziente in quanto ciò può determinare un esito incerto, sotto il profilo scientifico, dipendente dall'effettuazione dell'autotest da parte di soggetti inesperti". Ciò considerando anche "l'inevitabile incertezza che può derivare da un test anti-covid effettuato dallo stesso paziente, pur sotto la vigilanza del farmacista, unita alla formalizzazione del risultato determinato dal test può comportare gravi rischi per la salute e la sicurezza pubblica potendo indurre a "falsi negativi" e al mancato isolamento di soggetti affetti dal virus". Detto questo, però, i giudici hanno sottolineato che "il test da cui derivano effetti giuridici o sanitari di qualsiasi natura non può che essere effettuato direttamente da personale abilitato, nel quale - ad una prima delibazione consentita dalla sede cautelare e ritenuto prevalente l'interesse ad un più ampio screening anticovid della popolazione - va ricompreso il farmacista".