lug62017
Convenzione Mmg, atto d'indirizzo non cambia, medici pronti ad autunno di scioperi
Si avvicina un autunno caldo per i medici di famiglia, di fronte all'intenzione delle regioni di non rivedere l'atto di indirizzo per le convenzioni. Anche pediatri e specialisti ambulatoriali sono sul piede di guerra. Fimmg, Fimp e Sumai lanciano un sos al ministro della Salute per sbloccare il vecchio impianto ancorato alla legge Balduzzi. I leader
Silvestro Scotti (Fimmg),
Giampiero Chiamenti (Fimp) e
Antonio Magi (Sumai) affidano ad un comunicato congiunto la loro delusione. «Nonostante l'impegno della Commissione salute della Conferenza delle Regioni e del suo Presidente
Antonio Saitta (assessore Piemonte ndr), il Comitato di Settore, nella persona del suo Presidente (
Matteo Garavaglia assessore bilancio Lombardia ndr), non valorizza la necessità della formulazione di un nuovo atto d'indirizzo». L'atto dovrebbe recepire le novità intercorse nei due anni dalla sua approvazione: piani nazionali di cronicità, vaccini, sentenza della Consulta sullo sblocco economico dei rinnovi contrattuali, legge sulla responsabilità professionale. Fimp, Fimmg e Sumai convocheranno i Consigli Nazionali per decidere se proclamare lo stato di agitazione e nei rispettivi Congressi tra settembre e ottobre potrebbero concordare «sciopero, blocco delle trattative periferiche, astensione dalle attività telematiche della medicina territoriale».
Le tre sigle si propongono di coinvolgere i cittadini da subito con campagne. «Mentre la definizione degli atti di indirizzo per il personale dipendente va avanti, prevedendo anche una qualificazione economica -osservano i leader sindacali- la medicina convenzionata resta cenerentola del sistema, non avendo fruito negli ultimi anni della vacatio contrattuale, prerogativa della dipendenza». Non pare in discussione solo «il legittimo riconoscimento economico ma la possibilità stessa che i cittadini godano ancora di un Ssn universale». Come spiega
Antonio Magi presidente Sumai, «per l'atto di indirizzo alcune regioni continuano a prendere a modello la legge Balduzzi del 2012 e altre invece la legge Madia del 2015 sulla cui base si potrebbe dare un ruolo di regia alla medicina del territorio anziché far entrare l'ospedale. Non vorremmo fosse tutto solo un gioco delle parti che ci porti a un altro anno senza contratto». Magi ricorda che tra 2022 e 2023 si pensionerà gran parte degli attuali medici convenzionati e che con il blocco del turnover ancor più che il sindacato si indebolirà la medicina, «non avrà più alcune di quelle conoscenze che oggi ci aiutano a guidare i processi». Procrastinare ancora i tavoli Sisac può costare caro. Magi aggiunge che l'atto d'indirizzo deve cambiare anche per modificare la parte economica. Due anni fa, a contratti bloccati, il Sumai firmò la convenzione della specialistica. Invece le intese di mmg e pediatri non giunsero in porto. «La nostra nuova convenzione afferma che lavoreremo nelle case della salute e nelle sedi funzionali dei medici di famiglia aggregati. Una volta che mmg e pediatri firmassero le rispettive intese, anche il nostro contratto andrà ricalibrato. Ma senza un nuovo atto di indirizzo che specifichi le nuove prestazioni e la loro remunerazione non sarebbe possibile rinnovare la parte economica». Tra i contenuti chiave all'ordine del giorno di un ipotetico atto d'indirizzo - nuova gestione delle cronicità, competenze vaccinali, coordinamento territoriale - Magi punta il terzo. «All'estero mi chiedono come mai in Italia la cronicità sia un problema visto che ci siamo noi, specialisti sul territorio. Ora, con Fimp e Sumai stiamo costruendo una risposta: una rete, concordata nel contratto, che consenta al paziente di orientarsi nel "dopo-prescrizione", attraverso una gestione organizzata delle liste d'attesa. Una gestione che eviti intasamenti ragionando sulle esigenze di tempo di ciascuna tipologia di paziente e puntando su regole semplici, decise a livello nazionale e applicabili dalle aggregazioni di medici. A una prenotazione centralizzata nei Cup, con l'esame da fare "al più presto" lontano da casa con un medico che non ti vedrà più, noi vorremmo sostituire percorsi gestionali e presa in carico da parte di medici di fiducia con modelli adattabili a livello locale».
Mauro Miserendino