Sanità

gen312020

Coronavirus, dichiarato stato di emergenza in via precauzionale. Le indicazioni per le farmacie

Coronavirus, dichiarato stato di emergenza in via precauzionale. Le indicazioni per le farmacie

Dichiarato dal Consiglio dei Ministri di oggi lo stato di emergenza sanitaria per sei mesi in relazione al Coronavirus, con uno stanziamento di cinque milioni di euro per la sua gestione

Dichiarato dal Consiglio dei Ministri di oggi lo stato di emergenza sanitaria per sei mesi in relazione al Coronavirus, con uno stanziamento di cinque milioni di euro per la sua gestione. Una decisione varata in via precauzionale, che fa seguito alla dichiarazione di ieri dell'Oms. Al momento, per l'Italia, secondo il bollettino medico che viene dato ogni giorno, sarebbero sotto controllo i due casi confermati - la coppia di turisti cinesi di 66 e 67 anni ricoverati allo Spallanzani di Roma - e le Istituzioni sono al lavoro per tracciare tutti i contatti avuti nell'itinerario. Intanto, da Federfarma viene sottolineato il ruolo in prima linea delle farmacie, che possono essere un importante presidio di corretta informazione e orientamento al cittadino, con un richiamo ad attenersi a fonti ufficiali, quali Ministero della Salute e Iss.


Lo stato di emergenza

«Abbiamo attivato gli strumenti normativi precauzionali previsti nel nostro Paese in questi casi» ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, al termine del Consiglio dei Ministri di oggi, «alla luce della dichiarazione di emergenza internazionale dell'OMS, come già avvenuto nel 2003 in occasione dell'infezione Sars. Le misure assunte sono di carattere precauzionale e collocano l'Italia al più alto livello di cautela sul piano internazionale». In particolare, ha aggiunto in una intervista a Sky Tg24, «sul nuovo coronavirus vogliamo dare un messaggio di assoluta serenità. Il Servizio Sanitario Nazionale è molto forte: abbiamo scelto fin dall'inizio di avere un livello di attenzione che è il più alto in Europa. In questo momento siamo l'unico paese che ha interrotto i collegamenti con la Cina; l'OMS ha riconosciuto pubblicamente che siamo quelli con il più alto livello di vigilanza e di salvaguardia delle persone». A ogni modo, secondo quanto si legge sul sito dell'Istituto superiore di Sanità, «la dichiarazione di emergenza sanitaria internazionale comporta che l'OMS fornisca raccomandazioni e misure temporanee, che non sono vincolanti per i Paesi, ma che sono significative sia dal punto di vista pratico che politico relativamente a viaggi, commerci, quarantena, screening e trattamento. L'OMS inoltre definisce standard di pratica globali». In precedenza, come ricostruisce un articolo di oggi del Corriere della Sera, firmato da Margherita De Bac, «la prima dichiarazione di emergenza sanitaria è stata fatta nel 2009 durante la pandemia di influenza Suina. Nel 2014 hanno ricevuto tale status l'epidemia di polio, di ebola e, nel 2016, di Zika. L'unica ancora attiva è l'epidemia di Ebola in corso in Congo».


I casi e la prevenzione

Al momento, per quanto riguarda la situazione, i dati sono quelli diffusi ieri dall'Oms: a livello mondo, sono 7818 i casi confermati, di cui in Cina 7736 (1370 gravi e 170 morti e 12.167 sospetti). Per quanto riguarda la prevenzione, sul sito del Ministero della salute vengono ricordate le «raccomandazioni per ridurre l'esposizione e la trasmissione di una serie di malattie respiratorie. Queste comprendono il mantenimento dell'igiene delle mani (lavare spesso le mani con acqua e sapone o con soluzioni alcoliche) e delle vie respiratorie (starnutire o tossire in un fazzoletto o con il gomito flesso, gettare i fazzoletti utilizzati in un cestino chiuso immediatamente dopo l'uso e lavare le mani), pratiche alimentari sicure (evitare carne cruda o poco cotta, frutta o verdura non lavate e le bevande non imbottigliate) ed evitare il contatto ravvicinato, quando possibile, con chiunque mostri sintomi di malattie respiratorie come tosse e starnuti». Per quanto riguarda le mascherine, ricorda ancora il Corriere, «il loro impiego non professionale non rientra tra le raccomandazioni dell'Oms e del Ministero della salute». Per altro, «perché siano una barriera efficace dovremmo essere sicuri di indossarle correttamente, non abbassarle quando rispondiamo al telefono, calzarle bene in modo che ricoprano interamente bocca, mento, naso e che restino aderenti al viso».


Il ruolo delle farmacie

Per quanto riguarda le farmacie, «anche in questa occasione» ha dichiarato il presidente di Federfarma, Marco Cossolo, in una nota, «sono in prima linea per la tutela della salute pubblica, mettendo a disposizione delle Istituzioni la propria rete capillarmente diffusa su tutto il territorio nazionale e la professionalità dei farmacisti che vi operano». Le farmacie «sono fortemente impegnate nel diffondere ai cittadini una corretta informazione sul Coronavirus 2019-nCoV. Stiamo inviando una locandina da esporre, recante indicazioni utili per conoscere la nuova malattia e adottare i più adeguati comportamenti igienico-sanitari volti a prevenire e contrastare la diffusione del virus». Così, «i cittadini che entreranno nelle farmacie troveranno, grazie all'impegno delle Organizzazioni territoriali di Federfarma, materiale informativo di approfondimento sulla malattia, le modalità di trasmissione e le precauzioni da adottare nella vita quotidiana, basato sulle indicazioni fornite dal Ministero della Salute». In questo modo «la farmacia conferma il proprio ruolo di presidio del Servizio Sanitario Nazionale, pronto ad attivarsi tempestivamente».

Intanto da Federfarma Roma arriva l'indicazione di fare affidamento alle fonti ufficiali del Ministero della Salute e dell'Iss per dare informazioni ai cittadini, mentre da Venanzio Gizzi, presidente Assofarm, in una lettera al Ministero, viene «offerta la totale collaborazione da parte di tutte le Farmacie comunali per ogni iniziativa utile a informare e sensibilizzare la popolazione, nell'interesse generale della tutela della salute. Abbiamo trasmesso a tutte le nostre Aziende associate quanto indicato sulle informazioni da fornire all'utenza con il relativo numero di pubblica utilità ed il sito ministeriale».

Francesca Giani

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