Sanità

mar112020

Coronavirus, farmacie a battenti chiusi: aperture da alcune Regioni. Ecco cosa è lecito fare

Coronavirus, farmacie a battenti chiusi: aperture da alcune Regioni. Ecco cosa è lecito fare

Per l'emergenza coronavirus aumentano le richieste delle farmacie di poter operare laddove ci sono le condizioni a "battenti chiusi", alcune Regioni stanno accogliendo l'istanza pur con determinati limiti

Data la situazione generata dal Coronavirus, sono sempre di più le richieste avanzate dalle rappresentanze dei farmacisti, anche a livello locale, di poter operare, laddove ricorrano le condizioni, a "battenti chiusi" e alcune Regioni stanno accogliendo l'istanza, pur con determinati limiti. In ogni caso, da parte delle Amministrazioni iniziano ad arrivare anche indicazioni su come rendere il servizio ai pazienti sicuro per farmacisti al banco e cittadini stessi.

Lombardia e Piemonte: sì battenti chiusi ma extrema ratio

Già ieri, da parte della Lombardia e del Piemonte ci sono state delle aperture. In particolare, si legge in una nota protocollare della Lombardia, «considerata l'evoluzione della situazione sanitaria in Regione e le numerose richieste pervenute», «premesso che l'assistenza farmaceutica rientra nei servizi essenziali sanitari (Lea), si dispone che, al fine di garantire la continuità del servizio alla popolazione, le singole farmacie, confermando la presenza di farmacisti per tutto l'orario di apertura, potranno lavorare a battenti aperti (preferibilmente) o a battenti chiusi. SaraÌ responsabilità della farmacia aver scelto la modalità di servizio, al fine di garantire una distanza minima (come disposta dalla normativa) di almeno un metro sia tra i pazienti presenti sia tra questi ultimi e i farmacisti al banco sia tra gli operatori al banco. La farmacia quindi comunicherà all'Ats competente per territorio la modalità scelta per svolgere il servizio».
Per quanto riguarda il Piemonte, vengono indicati alcuni suggerimenti operativi, tra cui «barriera trasparente tra bancone e clienti; disegnare sul pavimento cerchi per l'attesa dei clienti che assicurino la distanza di sicurezza di almeno un metro; apposizione di un telo in plastica trasparente da soffitto a coprire il bancone, tale da creare una barriera che consenta tuttavia il passaggio del materiale farmaceutico», oltre che obbligo «di utilizzo dei guanti durante l'attività». Tra le varie indicazioni, c'è anche la «valutazione, come extrema ratio, di eventuale dispensa dei prodotti farmaceutici con modalità a battente chiuso. Nel limite delle disponibilità si consiglia l'utilizzo di mascherina da parte degli operatori delle farmacie».

Istanza accolta in Lazio: se misure di contenimento non attuabili

In Lazio, come riferito dall'house organ dell'Ordine dei farmacisti di Roma, Rifday, in un articolo di oggi, «l'istanza urgente presentata lunedì scorso dall'Ordine dei Farmacisti di Roma al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e al prefetto di Roma, riferita all'emergenza Covid-19 e contenente la richiesta di "un provvedimento con effetto immediato che consenta l'espletamento del servizio a battenti chiusi, almeno fino al prossimo 3 aprile, per tutte le farmacie pubbliche e private operanti sul territorio regionale" ha trovato immediato accoglimento. Con nota della Regione (Registro Ufficiale U.0215214 del 10 marzo 2019), l'Area Farmaci e dispositivi della Direzione regionale salute e integrazione sociosanitaria precisa che, "qualora particolari situazioni non rendano attuabili" le misure atte al contenimento del contagio previste dal Dpcm 8 marzo 2010, le farmacie sono autorizzate a espletare il servizio a battenti chiusi, "in deroga a quanto previsto dalla normativa regionale vigente". Le farmacie oltre che agli Ordini provinciali dei farmacisti, "dovranno comunicare preventivamente alla Asl competente territorialmente la volontà di svolgere l'attività a battenti chiusi". La disposizione ha decorrenza immediata, fino a nuovo provvedimento».

Dalla Puglia chieste più tutele per i farmacisti

Ad avanzare la richiesta di poter operare a battenti chiusi è anche il presidente dell'Ordine di Bari e Bat, Luigi d'Ambrosio Lettieri, che informa, in una nota, di «una lettera inviata al presidente della giunta regionale, Michele Emiliano e al direttore del dipartimento per la Salute, Vito Montanaro, nella quale i presidenti degli Ordini delle sei province pugliesi chiedono l'adozione tempestiva di apposite disposizioni per stabilire, in modo omogeneo sull'intero territorio regionale e con gradualità applicativa rapportata alla diffusione dei casi di contagio, le modalità per la protezione dei farmacisti e dei loro collaboratori, atteso il loro maggiore livello di esposizione al rischio di contagio; l'accesso al servizio farmaceutico con modalità atte a evitare assembramenti e garantire una distanza minima di sicurezza, ricorrendo a norme derogatorie della legge regionale 5/2014 per consentire, in via straordinaria, facoltativa e limitata al periodo di durata dell'emergenza, l'erogazione del servizio a battenti chiusi, in analogia con quanto già stabilito nella Regione Lombardia; la dotazione ai farmacisti e ai lori collaboratori di dispositivi di protezione individuale (mascherine, camici e guanti). Infine, i farmacisti chiedono iniziative adeguate per agevolare le modalità di prescrizione e dispensazione dei medicinali, d'intesa con Federfarma e con le rappresentanze professionali e sindacali dei medici, nel rispetto delle disposizioni in materia di privacy e del diritto di libera scelta della farmacia da parte del cittadino».

Stabile: senza autorizzazione attività solo a battenti aperti

Analoga richiesta anche dall'Ordine dei farmacisti di Napoli, per voce del presidente Vincenzo Santagada, che ha rimarcato, come si apprende da una nota inviata alla Protezione civile e al Prefetto di Napoli, richiamata su un articolo di oggi del Mattino, come la richiesta sia fatta «anche alla luce del provvedimento regionale del 4 marzo che prevede in Campania l'invio telematico della ricetta elettronica direttamente in farmacia per consentire di sgravare i medici di base ed evitare assembramenti in modo da diminuire i contagi. In questa fase estremamente delicata è necessario evitare la diffusione del Covid tra i farmacisti. Questo determinerebbe il conseguente provvedimento di chiusura con inimmaginabili conseguenze sulla salute pubblica e sul sistema sanitario per garantire il regolare approvvigionamento di farmaci e prodotti sanitari».
Sulla possibilità di operare a battenti chiusi, Nicola Stabile, presidente di Federfarma Campania, sulla pagina facebook "Pillole", ricorda che «se non si è autorizzati dalla autorità sanitaria è un reato. Come concessione governativa siamo obbligati al servizio a battenti aperti. Il servizio a battenti chiusi è regolamentato da apposite disposizioni normative».

Francesca Giani
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