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10 Aprile 2020

Covid-19, Ascierto (Irccs Pascale di Napoli): un punto sulla sperimentazione con tocilizumab


Un punto sulla sperimentazione del farmaco anti-artrite tocilizumab nel trattamento della polmonite interstiziale da Covid-19. Il parere dell'esperto: "La parola d'ordine è cauto ottimismo"

Su Tocilizumab la parola d'ordine è cauto ottimismo. È quanto ribadisce Paolo Ascierto, presidente della Fondazione Melanoma e direttore dell'Unità di Oncologia melanoma, Immunoterapia oncologica e Terapie innovative dell'Istituto tumori Irccs Fondazione Pascale di Napoli, il primo a utilizzare il farmaco anti-artrite reumatoide nel trattamento della polmonite interstiziale da Covid-19 e che sembra dare i primi incoraggianti risultati. La somministrazione del farmaco, prima dell'emergenza era utilizzato dagli oncologi nell'immunoterapia, come spiega Ascierto nell'intervista.

Dottor Ascierto, su quali basi è iniziata la sperimentazione sui pazienti colpiti da Covid-19?

Tocilizumab è un farmaco usato da noi oncologi nell'immunoterapia che va ad agire sull'infiammazione del polmone. Da qui l'idea, condivisa con i medici dell'Ospedale Cotugno e con i ricercatori cinesi con cui da anni il Pascale collabora, di sperimentarla nei pazienti affetti da Covid- 19.

Come agisce il farmaco e quali analogie ci sono con il trattamento per altre patologie che colpiscono il sistema immunitario?

Il Tocilizumab funziona laddove si verifica la "tempesta di citochine", condizione tipica conseguente al trattamento con le cellule Car-T utilizzate per le immunoterapie oncologiche; questa tempesta si ha anche nel polmone in seguito all'infezione da coronavirus. Pertanto, la tempesta citochinica è una condizione che hanno in comune sia gli effetti collaterali dell'immunoterapia che questa del Covid 19.

Con che criteri si procede alla somministrazione e in quali casi viene utilizzato il farmaco?

Questa parte della sperimentazione viene svolta dall'Unità sperimentale clinica del Pascale, diretta dal dottor Franco Perrone. Dopo l'ok dell'Aifa e del comitato etico dello Spallanzani, il gruppo di Perrone si muove su una piattaforma informatica dove vengono raccolti i dati di tutti i pazienti degli ospedali italiani che verranno trattati con il farmaco. I centri si iscrivono via internet e possono registrare i pazienti da trattare nelle ore successive. Sempre tramite la piattaforma partono gli ordini per il farmaco che la casa farmaceutica che lo produce spedisce direttamente alle farmacie dei centri ospedalieri.

Su quanti pazienti è utilizzato al momento?

Nel giro di poche ore sono stati arruolati i primi 330 pazienti della sperimentazione, anche se con il farmaco finora sono stati trattati oltre duemila pazienti. I risultati scientifici verranno comunicati direttamente da Aifa ma ci vorranno ancora un paio di settimane. Quello che posso rilevare e la mia impressione su quello che noi abbiamo osservato al Cotugno, dove con il Tocilizumab sono stati trattati numerosi pazienti.


Quali sono i dati?

In pochi giorni quattro pazienti sono stati estubati e dopo due settimane undici sono tornati a casa. Notizie confortanti arrivano da diverse parti di Italia: ho notizie ottime da Padova, Fano, Modena, da Siracusa, dal San Raffaele di Milano, da Chieti, dalla Basilicata. Proseguiamo con cauto ottimismo.

È notizia dei giorni scorsi che l'Istituto dei tumori di Napoli partecipa al trial clinico internazionale coordinato dai ricercatori cinesi per testare il farmaco antivirale Avigan: cosa ne pensa di questo farmaco, su cui il mondo scientifico si è diviso, e su quali casi verrà sperimentato?

Si tratta di uno studio internazionale coordinato dai cinesi a cui siamo stati chiamati a partecipare insieme ad altri otto centri italiani. La sperimentazione tuttavia prenderà il via appena Aifa darà l'ok. Fino ad allora non possiamo dire nulla.

Chiara Merli

TAG: SPERIMENTAZIONI CLINICHE, FARMACI IN SPERIMENTAZIONE, FARMACI INNOVATIVI, COVID-19, SARS-COV-2

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