gen92021
Covid-19. Test, tamponi, vaccini: ecco le novità per farmacisti e farmacie
Con la legge di Bilancio 2021 sono state introdotte alcune modifiche che consentono un coinvolgimento delle farmacie e dei farmacisti nella campagna vaccinale
Gli obiettivi relativi alla copertura del vaccino contro il Covid-19, in particolare nella seconda fase, più massiva, del Piano, impongono la necessità di ampliare i punti sul territorio e gli operatori sanitari che li eseguono. Con la legge di Bilancio 2021, pubblicata in Gazzetta Ufficiale a fine anno, sono state introdotte alcune modifiche che consentono un coinvolgimento delle farmacie nella campagna vaccinale, così come dei farmacisti nelle attività di screening e testing. Vale la pena ripercorrere i contenuti e le ricadute sul settore.
Bilancio 2021: farmacista può effettuare prelievo di sangue capillare
In riferimento alla lotta contro il Covid-19, due sono le principali novità che ricadono sulle farmacie contenute nella legge Bilancio 2021: una prima, come ricapitolato da una circolare Fofi di inizio anno, riguarda i test sierologici e i tamponi antigenici presso le farmacie (art.1, commi 418- 420). Si tratta di misure introdotte a seguito dell'approvazione di un emendamento a firma di
Andrea Mandelli, presidente Fofi, e, in particolare, con il comma 420 viene modificata la normativa sulla farmacia dei servizi (articolo 1, comma 2, del D. Lgs. n. 153 del 2009), «inserendo la lett. e-bis volta a prevedere, tra i compiti specifici, anche l'effettuazione presso le farmacie da parte di un farmacista di test diagnostici che prevedono il prelievo di sangue capillare. Sulla base di tale norma, nell'ambito delle prestazioni analitiche di prima istanza, il farmacista potrà quindi procedere direttamente a effettuare il prelievo capillare di sangue al paziente, circostanza che, in precedenza, non era espressamente contemplata dalla legge». Inoltre, come si legge nella norma, si prevede che «i test mirati a rilevare la presenza di anticorpi IgG e IgM e i tamponi antigenici rapidi per la rilevazione di antigene Sars-CoV-2 possono essere eseguiti anche presso le farmacie aperte al pubblico dotate di spazi idonei sotto il profilo igienico-sanitario e atti a garantire la tutela della riservatezza. Le modalità organizzative e le condizioni economiche relative all'esecuzione dei test e dei tamponi nelle farmacie aperte al pubblico sono disciplinate, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, dalle convenzioni conformi agli accordi collettivi nazionali e ai correlati accordi regionali, che tengano conto anche delle specificità e dell'importanza del ruolo svolto in tale ambito dalle farmacie rurali».
Farmacie coinvolte nella somministrazione dei vaccini: serve supervisione medico
Un altro aspetto riguarda l'esecuzione vaccinazioni presso le farmacie (art.1, comma 471): «tenuto conto delle recenti iniziative attuate nei Paesi appartenenti all'Unione europea finalizzate alla valorizzazione del ruolo dei farmacisti nelle azioni di contrasto e di prevenzione delle infezioni da Sars-CoV-2, è consentita, in via sperimentale, per l'anno 2021, la somministrazione di vaccini nelle farmacie aperte al pubblico sotto la supervisione di medici assistiti, se necessario, da infermieri o da personale sanitario opportunamente formato, subordinatamente alla stipulazione, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, di specifici accordi con le organizzazioni sindacali rappresentative delle farmacie, sentito il competente ordine professionale».
Cossolo: si avvii tavolo su modalità operative e protocolli
Sul punto,
Marco Cossolo, presidente di Federfarma, sull'house organ Filodiretto, «rinnova la propria disponibilità a collaborare e a mettere a punto il più rapidamente possibile i protocolli operativi per consentire la sicurezza di chi vaccina e di chi viene vaccinato». La norma c'è, spiega, «si tratta di mettersi attorno a un tavolo e definire le modalità operative». D'altra parte, «il coinvolgimento dei farmacisti nella somministrazione dei vaccini è opportuno, soprattutto alla luce della necessità di vaccinare un ampio numero di soggetti». Vista «la situazione è il caso di utilizzare tutte le risorse disponibili». E «d'altronde, nelle regioni in cui sono stati introdotti i test sierologici e i tamponi rapidi in farmacia, come Emilia Romagna, Lazio o Piemonte, il numero di quelli eseguiti è stato notevolissimo e gli effetti positivi sulla riduzione dei tempi di attesa si sono visti».
Francesca Giani