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Politica e Sanità

07 Marzo 2015

Creg in Lombardia si ampliano. Regione apre a farmacie come erogatori


La sperimentazione dei Chronic Related Group (Creg), il modello della Lombardia di gestione della cronicità che applica alla presa in carico del paziente un sistema di budgettizzazione simile ai Drg ospedalieri, non solo proseguirà, ma nel 2015 verrà allargata ad altre Asl. E dalla Regione arriva un'apertura a coinvolgere le farmacie come erogatori di prestazioni, in linea con la delibera di ottobre sulla farmacia di servizi. La notizia emerge da un approfondimento di Doctornews in cui abbiamo fatto il punto sulla sperimentazione a tre anni dalla sua partenza e che riporta le interviste di Regione e Medici di medicina generale. I Creg, lo ricordiamo, sono modelli di assistenza territoriale per la presa in carico delle patologie croniche basati sulla destinazione di una quota predefinita di risorse a un soggetto Gestore, per ora cooperative della medicina generale, che deve garantire servizi, terapie, prestazioni ambulatoriali e specialistiche, diagnostica, e così via necessari per una buona gestione clinica ma anche organizzativa delle patologie croniche. Partita dal 2012 in cinque ambiti territoriali (Como, Lecco, Bergamo, Città Milano, Milano 2), la sperimentazione ha visto, fino a fine 2014, un arruolamento di 60.000 pazienti cronici e il coinvolgimento di 500 medici di medicina generale. E ora, con il nuovo anno, «ci sarà un'estensione alle Asl di Varese, Sondrio, Monza, Cremona, Milano 1 (Legnano)» fa il punto Fiorenzo Corti, segretario regionale Fimmg, il principale sindacato della medicina generale. «Siamo in una fase in cui la Regione sta iniziando a contattare i direttori generali delle Asl e tra non molto si dovrebbe provvedere ai bandi. Per quanto ci riguarda, abbiamo attivato i colleghi e dovranno essere costituite le cooperative di Mmg - per ora quelle coinvolte nelle Asl attive sono circa una decina». Al momento, per quanto riguarda i soggetti gestori della presa in carico del paziente, questi sono, come si diceva, le cooperative di Mmg, ma la Regione sta «identificando alcune potenziali linee evolutive» spiega Antonella Fait, membro del gruppo della Regione coordinato da Mauro Agnello che si occupa del tema e da cui sono nati i Creg. Cosicché «per una seconda fase si può prevedere il coinvolgimento di Uccp, Rsa, e così via: per esempio ora in Lombardia si stanno avviando i presidi ospedalieri territoriali (Pot)» esperienze «di minore intensità di cura caratterizzato da prossimità territoriale e presa in carico globale del malato cronico», che derivano dalla trasformazione di piccoli ospedali o dalla riconversione di posti letto per acuti in sub acuti in alcuni ospedali, o anche dall'accorpamento di parte dei servizi delle ASL (ADI, continuità assistenziale, ecc.)». Si tratta «di funzionalità ancora in corso di definizione ma la nostra idea è che possano essere soggetti gestori del CReG e in questo senso siamo in attesa di progetti concreti, per avviare la sperimentazione». E per quanto riguarda la possibilità di ingresso del privato come gestore del Creg, «al momento la sanità privata non è coinvolta in questa fase sperimentale ma per esempio anche come erogatori abbiamo avuto manifestazioni di interesse almeno in una parte della sanità privata». Così come dalle farmacie e la posizione della Regione è di apertura, almeno come erogatori di prestazioni: «A ottobre è stata emanata la delibera sulla farmacia dei servizi che punta sulle farmacie come erogatori di servizi più vicini al cittadino. Si tratta di obiettivi che rientrano più in generale nelle politiche della cronicità ma perché non pensare anche alle farmacie come erogatori da coinvolgere nel progetto Creg? Certo, è ancora tutto da costruire, ma nella delibera sulla farmacia dei servizi si fa riferimento a Pharmaceutical care, misurazione pressione, telemedicina, tutte attività che vanno in questa direzione».
Francesca Giani

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