Sanità

lug82011

Croce (Enpaf): perplessi per tutela Covip in Manovra

Non piace proprio all’Enpaf la camicia di forza che l’articolo 14 della Manovra infila alle casse privatizzate. Una camicia che, almeno ufficialmente, sarebbe la diretta conseguenza dei risultati emersi a suo tempo dall’indagine parlamentare sullo stato economico degli enti previdenziali, che per alcuni fondi dipinse scenari da allarme rosso. E così, con il “decretone” investimenti e composizione del patrimonio delle casse finiscono sotto il controllo della Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione) e del dicastero delle Finanze, che entro sei mesi dovrà anche dettare «disposizioni» in materia. Per l’Adepp, l’Associazione degli enti previdenziali privatizzati, quella del Governo è un’entrata a gamba tesa penalizzante soprattutto per gli istituti che rispettano i parametri di stabilità fissati dalla legge e mostrano conti in perfetto ordine. Tra questi c’è l’Enpaf e Farmacista33 è andato a bussare alla porta del suo presidente, Emilio Croce (foto), per capire qual è la posizione della cassa rispetto alle novità della Manovra.

Presidente, che giudizio date dell’articolo sulla Covip?
E’ un provvedimento che ci lascia parecchio perplessi. È come se il legislatore dicesse che tutti i controlli cui siamo già sottoposti oggi sono inefficaci. Siamo sotto la lente del ministero del lavoro, della Ragioneria generale dello Stato, del ministero delle Finanze, del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale, della Corte dei conti e della Commissione bicamerale d’indagine sulle casse private. E adesso anche la Covip.

Una bella lista…
Troppi, non c’è istituto bancario o assicurativo che subisca lo stesso trattamento. Noi non contestiamo i controlli, chiediamo solo che siano concentrati sotto la responsabilità di un unico ente, con cui sarebbe per noi più facile dialogare e lavorare. La Banca d’Italia per esempio, che poi sarebbe il solo istituto realmente competente in materia.

L’esigenza di controlli più stringenti si è posta dopo aver scoperto che dalla crisi finanziaria del 2008-2009 alcune casse sono uscite con le ossa rotte, per cattivi investimenti…
L’Enpaf è tra gli enti previdenziali con i conti messi meglio, abbiamo sempre investito in titoli del debito pubblico perché non danno sorprese. Non si capisce perché dobbiamo pagare per colpe di altri. Lavoreremo assieme all’Adepp per cercare di modificare il provvedimento in fase di conversione del decreto.


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