Politica e Sanità
23 Febbraio 2018A Bergamo per la cronaca c'è una cooperativa di medici di medicina generale che raccoglie la maggior parte dei convenzionati e, dalla gestione dei cronici nell'ambito dei Creg, è passata a ente gestore accreditato. Perché non scegliere i medici di famiglia come primi interlocutori? «Noi in realtà abbiamo provato a sentire tutti e per primi loro - dice Petrosillo - ma forse per motivi di tempistica ha funzionato di più il contatto con le Onlus, che a dirla tutta conoscono anch'esse molto bene il territorio, svolgendovi delicati compiti di ricovero dei lungodegenti, long term care, riabilitazione, e hanno inquadrato subito bene il contributo che le farmacie possono dare. In futuro non escludiamo certo accordi con i mmg, anzi li auspichiamo. È comunque da precisare che il Gestore di cui facciamo parte comprende anche MMG».
Dopo i ricorsi al Tar di alcuni sindacati per il vulnus rappresentato dalla presa in carico del malato cronico affidata a enti diversi dal medico curante, a gettare un'ombra sulle delibere che in Lombardia stanno costruendo il sistema di gestione delle cronicità è stato giorni fa il ministro della Salute. Beatrice Lorenzin ha spiegato che il medico di famiglia collocato come gestore e non più come solo fornitore dell'Asl-acquirente di prestazioni assume un ruolo "ibrido", non previsto nel patto di "non belligeranza" sulla riforma stretto da Ministero e Regione. «La riforma lombarda è un fatto compiuto con il quale veniamo a patti e che presenta opportunità, ma da tempo - ammette Petrosillo - vado dicendo che andava scritta diversamente, specie in questi passaggi. Condivido le affermazioni di Lorenzin: se si vuole rendere efficiente la cura dei pazienti cronici bisogna spostarla sul territorio, là deve avvenire la presa in carico affinché il paziente non si sposti impropriamente in un reparto ospedaliero per curarsi. Con le delibere si è approdati a più sistemi di presa in carico del cronico, con gestori che potrebbero essere medici di famiglia ma anche strutture ospedaliere, e dal punto di vista della strategia delle cronicità, che è sgravare gli ospedali dall'erogazione di cure improprie a oneri superiori, la riforma sembra andare in senso contrario».
Mauro Miserendino
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