mar202015
Curcumina: il farmacista può aggirare l'ostacolo della scarsa biodisponibilità
Le proprietà medicinali della radice di Curcuma longa sono note in Oriente da secoli. Essa è contenuta in numerose preparazioni fitoterapiche sia cinesi che ayurvediche, oltre ad essere la spezia base per la composizione del curry. Le virtù della Curcuma nonché il suo meraviglioso color giallo oro sono dovuti ai curcuminoidi e in particolare alla curcumina (CUR), una molecola altamente poliedrica. Essa è infatti in grado di interagire con diversi target biologici agendo da vero e proprio fitoterapico multitarget. La CUR esibisce attività antiossidante, antinfiammatoria, antimicrobica, antivirale, ipoglicemica e cicatrizzante e ha dimostrato efficacia terapeutica in numerose malattie croniche come la psoriasi, le malattie infiammatorie intestinali, l'artrite reumatoide, il lupus eritematoso sistemico, la sclerosi multipla ed il diabete. Da sola e in associazione con altri agenti terapeutici, la CUR ha offerto anche un potenziale terapeutico contro alcune forme di tumore. Nonostante sia riconosciuta la sua sicurezza, l'utilizzo clinico della CUR è stato limitato a causa della bassa biodisponibilità orale. Le ragioni di questo sono la sua esigua solubilità in acqua, la bassa permeabilità intestinale e l'intenso metabolismo epatico. Per superare queste limitazioni sono state progettate diverse strategie farmacocinetiche e alcune di loro si sono certamente rivelate promettenti in termini di efficacia clinica. Tra queste ci sono i bioenancher ovvero delle molecole di origine naturale che agiscono da promotori per l'assorbimento. Quelle che possono vantare questo titolo nei confronti della CUR sono la piperina, la quercitina, la genisteina, l'eugenolo o terpeneol, l'EGCG del tè verde ed il resveratrolo. In maniera diversa esse forniscono un aiuto economicamente vantaggioso per ovviare al problema della biodisponibilità e soprattutto la piperina, l'alcaloide estratto dal pepe nero, ha mostrato il miglior profilo di bioenancher. Aggiunta in piccole dosi alla CUR, ne aumenta la biodisponibilità di ben 20 volte senza richiedere costosi metodi di preparazione. In farmacia è possibile reperire estratti secchi di Curcuma e di Pepe nero titolati rispettivamente al 98% in curcumina e piperina. Per 2 g di CUR sono necessari solo 20 mg di piperina. In alternativa può risultare vantaggioso utilizzare la CUR in forma fitosomica ottenuta per coniugazione tra la CUR e i fosfolipidi della soia. Il vantaggio ottenuto anche in questo caso è un incremento significativo delle concentrazioni plasmatiche e di tutti i parametri farmacocinetici.
Angelo Siviero
Farmacista esperto in fitoterapia e galenica
Padova
sivieroangelo1@gmail.com