Benessere

set92011

Da Iss tolleranza zero per alcol in gravidanza

Le donne in gravidanza devono astenersi totalmente dal consumo di alcol, senza nessuna eccezione, perchè qualsiasi forma di consumo potrebbe creare problemi al sistema nervoso centrale del nascituro,

Le donne in gravidanza devono astenersi totalmente dal consumo di alcol, senza nessuna eccezione, né un bicchiere di vino a cena occasionale o una birra in una calda sera d'estate, perchè qualsiasi forma di consumo potrebbe creare problemi al sistema nervoso centrale del nascituro, con conseguenti rischi di ritardo mentale o di disturbi comportamentali. Sono queste le indicazioni emerse dal primo studio italiano, coordinato dall'Istituto superiore di sanità (Iss), sul rischio dell'esposizione alle bevande alcoliche assunte dalla mamma nei 9 mesi di gravidanza. Ma la ricerca, che ha visto la collaborazione di 7 neonatologie di diversi ospedali italiani, è emerso che il 7,6% dei neonati italiani è esposto all'alcol assunto dalla madre. I dati sono stati raccolti utilizzando un biomarcatore messo a punto dai ricercatori dell'Iss, l'etilglucuronide, che ha permesso di individuare con certezza, attraverso l'analisi sul meconio di 607 neonati, i bimbi esposti prenatalmente all'alcol. «Non conosciamo la quantità di alcol che non presenta rischi per il nascituro e che si possa assumere in gravidanza senza rischi» ha spiegato il presidente dell'Iss, Enrico Garaci «perciò è meglio attenersi al principio zero alcol in gravidanza e zero alcol quando si decide di avere un figlio e si iniziano i tentativi per averlo». Tuttavia, ci sono pareri meno drastici, dal momento che secondo Herbert Valensise, segretario della Sigo, la Società italiana di ginecologia e ostetricia, la ricerca apre uno spettro di interesse sulla sindrome feto-alcolica, «ma tutto questo va considerato come un fattore di rischio, e non come rapporto causa-effetto, perché gli effetti che determinano una disabilità neurologica neonatale sono molteplici». E aggiunge che sarebbe più giusto parlare «di fattore di rischio da tenere in considerazione e non di tolleranza zero, una valutazione che a oggi, con i risultati che ancora non abbiamo, è a mio parere eccessiva».


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