gen282015
Da Liguria, appello per revisione del sistema a tutto tondo
Un sistema, quello della distribuzione del farmaco, che sembra essere su sabbie mobili, creando uno stato di incertezza per i titolari che rende difficile programmare il futuro ma anche svolgere l'attività quotidiana. A lanciare la preoccupazione
Elisabetta Borachia, presidente di Federfarma Liguria, che esprime timori per una situazione che non solo si presenta in continuo cambiamento ma che «non viene affrontata in maniera organica e strutturata» spiega. «Innanzitutto va detto che sono troppe le variabili e i punti interrogativi con cui ci dobbiamo confrontare quotidianamente. Faccio solo qualche esempio: le farmacie previste dal concorso straordinario verranno aperte o no? E nel caso tra quanto tempo? E le case della salute, di cui tanto si è parlato, ci sono e con quali caratteristiche? E il potenziamento delle cure territoriali, con la valorizzazione del ruolo delle farmacie? Le farmacie, in un momento di forte crisi come l'attuale, hanno bisogno di garanzie, mentre ogni giorno si sentono novità che vanno a incidere su piccole parti del sistema. Credo che ci troviamo in un momento in cui tutto il sistema sanitario vada ridisegnato, sviluppando per esempio anche quella sinergia tra la medicina generale e il servizio farmaceutico che sarebbe in grado di dare risultati egregi. In questo senso, se le trattative per la convenzione delle farmacie e quella per la medicina del territorio fossero effettivamente portate avanti su binari paralleli sarebbe probabilmente un bene, ma quello che è certo è che le riforme non possono più essere affrontate a pezzettini. Quello di cui c'è bisogno è un progetto nuovo, complessivo: le istituzioni devono definire che cosa serve per il rilancio del servizio sanitario nazionale e le regole poi vanno accettate. Questo implica per esempio anche l'accettazione delle cure h24 di cui si è fatto tanto parlare ma che poi hanno stentato a essere realizzate, una direzione di potenziamento dell'assistenza primaria che potrebbe andare a tutto vantaggio dei costi che gravano sull'ospedale, liberando risorse che possono essere reinvestite sul territorio. Per quanto ci riguarda, siamo pronti a raccogliere la sfida di una professionalità a tutto tondo, a fronte di un reale riconoscimento del nostro ruolo, e mi auguro che in questo senso convenzione e revisione della remunerazione possano procedere insieme».
Francesca Giani