nov252011
Da Paesi in via sviluppo nuovi principi attivi dalle piante
Due ricerche sui composti di origine vegetale che hanno dimostrato di possedere proprietà farmacologiche promettenti sono state presentate al 22mo Congresso generale della Twas, l'Accademia delle scienze per i paesi in via di sviluppo, in corso a Trieste. La prima ricerca porta la firma di Fogue Simeon Kouam, professore all'Università di Yaoundè, in Camerun. «Le piante hanno sempre occupato un posto di primo piano in medicina» ha detto Kouam «oggi rispetto al passato, però, abbiamo tecniche che ci permettono di individuare e isolare singoli composti e di capire perché hanno un certo effetto». Tra le piante esaminate dai ricercatori africani, figurano l'Aronga (Harungana madascarensis), una pianta del genere Vismia e una della famiglia dell'iperico. «Sono tutte piante usate dalla medicina tradizionale per curare dissenteria, febbri tifoidi e indigestione» ha precisato Kouam. La seconda ricerca - presentata da Ilkay Erdohan, ricercatrice turca dell'Università di Ankara, ha mostrato i risultati di uno screening, effettuato su oltre 300 specie di piante con l'obiettivo di individuare composti capaci di inibire l'enzima acetilcolinesterasi da cui dipendono alcuni dei sintomi dell'Alzheimer e l'enzima tirosinasi, che sembra coinvolto nei danni neuronali associati al Parkinson. «Partendo da oltre 300 varietà vegetali ha detto Erdohan «abbiamo ricavato più di 500 estratti diversi e isolato 80 molecole significative». Tra le piante analizzate ci sono 90 varietà di salvia (che la medicina popolare usava per aumentare la memoria), il rosmarino, il frutto del melo da siepi (Maclura pomifera, noto anche come melo dei cavalli) e la rosa damascena.