giu132022
Dal mal di testa alle allergie, i falsi miti più diffusi e da sfatare
Douglas Paauw, professore di Medicina all'Università di Washington, inaugura l’annuale incontro dell'American College of Physicians parlando dei “miti medici” di cui la professione non riesce ancora liberarsi
Molti medici mantengono ancora convinzioni e pratiche mediche errate nonostante l'esistenza di evidenti prove scientifiche che non siano corrette, ha affermato Douglas Paauw, professore di medicina all'Università di Washington, durante l'apertura dell'incontro annuale dell'American College of Physicians. Questi dogmi di lunga data, o "miti medici", sono stati appresi durante la formazione o all'inizio della carriera di molti medici in modo così profondo che rimangono difficili da superare. Eliminare queste convinzioni porterebbe a diagnosi migliori, riduzione di trattamenti inutili, risparmio economico e miglior benessere per i pazienti.
I miti medici più duri a morire
Durante la sua presentazione, Paauw ha discusso quelli che considera alcuni dei miti medici che hanno più bisogno di essere sfatati. Il primo riguardo un presunto collegamento fra l'allergia ai crostacei e reazioni ai liquidi per il radio contrasto. Persiste un mito secondo cui le persone con un'allergia ai molluschi potrebbero avere una reazione allergica quando viene utilizzato un agente di contrasto per una scansione. Questa convinzione è nata, perché pesce e crostacei contengono iodio e anche gli agenti di contrasto contengono iodio. La convinzione è così diffusa, che il 65% dei radiologi e l'88,9% dei cardiologi interventisti affermano di chiedere informazioni su allergie ai frutti di mare o ai crostacei prima di somministrare il contrasto. E un terzo dei radiologi e il 50% dei cardiologi hanno affermato che sospenderebbero l'uso dei mezzi di contrasto o raccomandato una premedicazione per i pazienti con tale allergia. Ma la convinzione non ha senso, ha detto Paauw. Lo iodio è presente in molti altri alimenti, compresi latte e pane, e le allergie ai crostacei sono dovute alla parvalbumina proteica e alle tropomiosine, non allo iodio. Altra convinzione errata è che le persone debbano seguire una dieta liquida per 1 o 2 giorni e comunque bere molti liquidi prima di una colonscopia, ma le prove scientifiche dimostrano che non è necessario. Uno studio del 2020, ad esempio, ha rilevato che una dieta a basso residuo, che consente cibi come carne, uova, latticini e pane, era paragonabile a una dieta liquida in termini di preparazione intestinale e rilevamento di polipi. I pazienti che seguivano una dieta a basso residuo avevano meno nausea, meno vomito, meno fame ed esprimevano una maggiore disponibilità a ripetere la colonscopia. Altra convinzione diffusa è che i pazienti non dovrebbero bere alcolici se stanno assumendo metronidazolo, a causa delle preoccupazioni su nausea, vomito, vampate di calore e altri sintomi, noti anche come reazione simile al disulfiram. Sono stati pubblicati casi clinici, ma i casi sono stati presentati come se una reazione metronidazolo-etanolo fosse un fatto accertato, ma gli autori non hanno fornito prove scientifiche per dimostrare una causalità. Nonostante sia dimostrato, in modelli di ratto, che il metronidazolo possa aumentare i livelli di acetaldeide, nel colon, ma non nel sangue, uno studio randomizzato controllato con placebo, ha osservato che non c'è stata osservata alcuna differenza nei livelli ematici di acetaldeide, nei segni vitali o nei sintomi. Il Centers for Disease Control and Prevention(Cdc) ha, infatti, affermato che non è necessario evitare l'alcol durante l'assunzione di metronidazolo.
Cefalea da sinusite
Il professor Paauw ha anche discusso della sovradiagnosi della cefalea da sinusite. In uno studio, 2.991 pazienti con sei cefalee nei 6 mesi precedenti sono stati autodiagnosticati o sono stati diagnosticati dal medico come cefalea sinusale. Ma, sottoposti ad esami più accurati, l'88% di questi mal di testa ha soddisfatto i criteri della InternationalHeadacheSociety per l'emicrania e non per la cefalea da sinusite. "Penso che i miti medici persistano perché ai professionisti della medicina durante la formazione, le informazioni vengono date come una 'verità' e che poi i medici ripensino mai: 'È vero?'" ha detto il professore Paauw.