nov222022
Dati in sanità, il nuovo petrolio
Presentato a Roma il libro bianco "I dati. Il futuro della sanità. Strumenti per una reale innovazione", realizzato da Fondazione Roche con il contributo di 39 esperti e ricercatori
Le grandi potenzialità di big data e il loro utilizzo, in particolare, in ambito sanitario sono la nuova frontiera nella gestione del "sistema salute" ma ancora molta strada deve percorre il Paese in termini di condivisione delle informazioni e di aggiornamento normativo. Se ne è discusso nel corso della presentazione, Roma, del libro bianco "I dati. Il futuro della sanità. Strumenti per una reale innovazione", realizzato da Fondazione Roche in collaborazione con Edra, con il contributo di 39 esperti e ricercatori.
Dal volume - curato da Francesco Frattini e Fausto Massimino, segretario generale e direttore generale di Fondazione Roche - emerge con chiarezza la necessità di coniugare privacy, etica e ricerca medico-scientifica e come grazie ai dati si possa migliorare in maniera significativa la qualità della vita delle persone, in virtù di decisioni politiche in grado di conciliare diritti individuali e innovazione.
Italia in ritardo, unire le forze per colmare il gap
«Se parliamo di sanità digitale, l'Italia è in notevole ritardo strutturale, culturale e finanziario», sottolinea
Walter Ricciardi, docente di Igiene alla Cattolica e Chair Mission Board for Cancer, Commissione Europea. «Il Pnrr cerca di colmare il gap ma mancano le competenze nelle risorse umane e manca una piattaforma digitale organica, il sistema è molto frammentato».
«I dati sono importanti in generale, sono il nuovo petrolio. Bisogna investire molto nella ricerca, trovare giusti protocolli per condividere i dati in Italia, tra pubblico e privato, tra Regioni e tra singole strutture», afferma
Gian Mario Verona, docente di Management alla Bocconi e presidente di Human Technopole, il nuovo centro dedicato alle Life Sciences in via di costruzione a Milano. «È un momento storico denso di opportunità per quanto riguarda l'innovazione nella salute e l'Italia deve giocare un ruolo di primo piano».
Concetti ribaditi anche da
Paolo Marchetti, direttore scientifico della Fondazione medicina personalizzata, per il quale la mission principale è quella di «trasformare i dati in informazioni, e poi in conoscenza e in sapienza clinica». Cosa non facile da mettere in pratica, «se si pensa che i decreti Lorenzin sulla sperimentazione clinica dopo cinque anni sono ancora in attesa dei decreti attuativi. In Italia abbiamo venti sistemi regionali differenti, non solo ma capita spesso che non ci sia dialogo neanche all'interno delle singole strutture ospedaliere. In sintesi, dobbiamo combattere l'inerzia italiana all'innovazione».
Il presidente della Fofi
Andrea Mandelli, da parte sua, considera prioritario rendere il Fascicolo sanitario elettronico uno strumento imprescindibile nella gestione del paziente: «Attualmente non è così, l'utilizzo del Fse varia molto da Regione e Regione, con evidenti difformità nel servizio. In particolare andrebbe valorizzato il Dossier farmaceutico, che vede in prima linea la figura del farmacista territoriale. Per contro la normativa sulla ricetta elettronica varata in tempi brevi durante l'emergenza Covid è una dimostrazione di ricorso tempestivo ed efficace alla sanità digitale».
Una visione prospettica, non burocratica
«I prossimi mesi vedranno grandi cambiamenti e possibili investimenti verso il Sistema Paese, e la Fondazione Roche con questa pubblicazione ha voluto dare un contributo con l'intento di aprire un dibattito sull'impronta dei dati in sanità e su come la digitalizzazione sanitaria possa realmente immettere valore nel Sistema Salute, garantendo equità, uguaglianza e universalismo, perché le soluzioni digitali rappresentano una delle chiavi per raggiungere nuovi equilibri», è la sintesi di Mariapia Garavaglia, presidente della Fondazione Roche. Le fa eco Maurizio De Cicco, presidente e ad di Roche, che ricorda come il gruppo nel 2021 abbia investito 12,7 miliardi di franchi svizzeri investiti in ricerca a livello globale e stia dedicando ingenti risorse alla oncologia personalizzata. Per chiudere con un appello alle istituzioni nazionali: «Manca ancora una normativa in grado di favorire la ricerca in Italia. Occorre una visione prospettica, non burocratica».
Il libro bianco "I dati. Il futuro della sanità. Strumenti per una reale innovazione"
https://www.edraspa.it/libro-bianco-dati-in-sanita/ Giuseppe Tandoi