mag152014
Dati rassicuranti sulle statine, nel rispetto degli stili di vita sani
La National lipid association (Nla), un'istituzione di esperti statunitensi che promuove la corretta gestione delle dislipidemie, ha pubblicato sul Journal of Clinical Lipidology l'aggiornamento del suo rapporto sulla sicurezza delle statine; il precedente risaliva al 2006. La valutazione analizza i problemi emersi negli ultimi anni associati all'impiego di questi ipocolesterolemizzanti che risultano tra i più venduti in Italia e all'estero nell'ambito della prevenzione delle malattie cardiovascolari. Tenuto conto del considerevole numero di pazienti per i quali è indicata la prescrizione di statine in base alle nuove linee guida dell'American college of cardiology, il documento della Nla fornisce rassicurazioni rispetto alle informazioni perlopiù sfavorevoli diffuse dai mass media. Il monitoraggio ha riguardato il profilo di sicurezza delle statine esaminato su sei fronti: le performance cognitive, il rischio di diabete, la funzione epatica, i sintomi muscolari, le interazioni farmacologiche e le reazioni di intolleranza. La Task Force incaricata di approfondire il primo punto ha stabilito che non serve valutare i pazienti prima di iniziare la cura perché le statine non hanno dimostrato eventi avversi sulle abilità cognitive le quali, invece, potrebbero deteriorarsi con l'avanzare dell'età. In merito al diabete, una metanalisi ha rivelato un modesto incremento nell'incidenza tra gli utilizzatori, compreso tra il 10 e il 12%, in particolare in caso dell'assunzione di statine più potenti, tuttavia il rapporto rischio/beneficio sulla prevenzione di cardiopatie rimane favorevole in questa categoria di pazienti. Gli esperti raccomandano perciò di proseguire la terapia anche in caso di comparsa di diabete, puntando sul controllo del peso e modifiche nell'alimentazione e nello stile di vita. Le statine non sembrano inoltre responsabili di una variazione patologica dei livelli di enzimi epatici, ciononostante viene offerto ai clinici un algoritmo per la gestione del trattamento in caso si verifichi un aumento indesiderato di bilirubina e simili. Infine l'effetto avverso più classico, la mialgia, che colpisce fino al 5% dei pazienti arruolati negli studi clinici controllati e al 29% di quelli inseriti nei trial osservazionali. Spesso è sufficiente modificare la posologia o il tipo di statina, come consigliano gli autori, per ridurre l'incidenza del dolore muscolare e il pericolo di intolleranza a questi ipocolesterolemizzanti.
Perché interessa il farmacista: la riduzione dei livelli di colesterolo ottenuto con le statine è una valida strategia di prevenzione cardiovascolare benché non esente da necessarie modifiche nello stile di vita che andrebbero consigliate.
Marvi Tonus