gen122016
Ddl concorrenza, Gullotta ai titolari: il problema non è la fascia C ma i capitali
Ingresso del capitale nella proprietà delle farmacie, investimenti di grosse multinazionali del settore e indicazioni dell'Antitrust totalmente ignorate. Sono queste, stando all'analisi del presidente della Federazione nazionale delle Parafarmacie italiane
Davide Gullotta in una lettera inviata ai titolari di farmacia, le principali conseguenze del testo della Legge annuale sulla concorrenza. Eppure, sottolinea Gullotta l'unica preoccupazione evidente dei titolari di farmacia è «impedire al farmacista in parafarmacia di dispensare la fascia C». Secondo Gullotta, Federfarma conducendo «una guerra spietata» contro le parafarmacie sta trascurando alcuni numeri che «parlano chiaro». «Le 101 Parafarmacie Conad» sottolinea nella lettera ai titolari il rappresentante delle parafarmacie «tutte insieme realizzano un fatturato pari a quello delle 10 più grosse farmacie Italiane. E ancora: delle circa 5mila Parafarmacie Italiane poco meno della metà sono di proprietà di farmacisti titolari di farmacia mentre la percentuale dei farmaci Sop/Otc (da banco, quelli che possono vendere anche le parafarmacie) per il 93% è dispensata a oggi ancora dalle farmacie». In più, continua Gullotta, con riferimento alle recenti dichiarazioni di Ornella Barra, non desta alcun sospetto l'intenzione dell'Ad di una nota multinazionale di «investire pesantemente in Italia (si parla di 2000 farmacie)» né «il plauso della stessa multinazionale alla mancata liberalizzazione della fascia C». Tutti gli studi economici realizzati sinora dimostrano, continua «che la liberalizzazione della Fascia C determinerebbe una minima, per non dire ininfluente, diminuzione di fatturato per le farmacie».
Invece «lo scenario che si aprirebbe con l'ingresso del capitale non lascia spazio a dubbi: le grandi multinazionali quando avranno la possibilità di diventare proprietari delle farmacie ne determineranno il mercato, dunque il prezzo, soprattutto in quei casi (numerosi) in cui le Farmacie da acquisire saranno i loro diretti clienti indebitati. Questo anche perché molte di queste multinazionali già sono presenti in Italia, come distributori intermedi e spesso detengono il debito di molte farmacie in crisi. Ergo saranno queste le prime ad essere fagocitare e al prezzo deciso dalla multinazionale e non dal farmacista titolare indebitato. Il risultato?» conclude Gullotta «Le farmacie non acquisite dalle multinazionali si troveranno a dover competere non più con il collega farmacista della parafarmacia vicina (che oggi dispensa solo il 12% dei farmaci e con l'eventuale Fascia C il 28%), ma con la farmacia della multinazionale di turno che ha dietro capitali, una logistica consolidata, l'intera gamma dei farmaci e tutti i servizi di una farmacia. Vale a dire, dulcis in fundo, che il prezzo di acquisto di una farmacia con l'ingresso dei capitali non aumenterà, anzi scenderà bruscamente».
Marco Malagutti