Politica e Sanità
26 Luglio 2017«Il Ddl lo approviamo prima delle vacanze estive così come è arrivato dalla Camera e bocciamo tutte le modifiche proposte. Ne va del nostro onore». Sebbene uno dei due relatori, Salvatore Tomaselli (Pd) ne faccia una questione di onore, sembrano in crescita le possibilità che la legge annuale sulla concorrenza si trovi di fronte a un nuovo stop e non venga approvato prima della pausa estiva come largamente auspicato. I lavori procedono, infatti, a rilento in Commissione Industria dove sono attesi i fondamentali pareri della Commissione Bilancio. La commissione peraltro ha una serie di decreti legge prioritari da valutare che, come spiega il presidente Giorgio Tonini (Pd), usando la metafora del Pronto Soccorso, sono un codice rosso. Terminati questi pareri si potrà passare al parere sul ddl concorrenza che, nelle parole di Tonini, è "un codice arancione". Ma a rallentare ulteriormente le cose la mancata "relazione tecnica di passaggio" del provvedimento dalla Camera al Senato bollinata dalla Rgs, senza la quale, aggiunge il presidente della Bilancio Tonini «non possiamo dare il parere, lo vietano le norme».
E a rendere, se possibile, più contorta la situazione c'è anche il fatto che, nonostante tutti i buoni propositi, torni a farsi largo la possibilità che ci siano nuove modifiche che potrebbero costringere il testo a una quinta lettura alla Camera. Se, infatti, il Partito democratico sembrava compatto nel sostenere l'approvazione senza altri ritocchi, lo stesso presidente della Commissione Industria, Massimo Mucchetti (Pd), ha presentato due emendamenti al testo uscito da Montecitorio. Due interventi in materia di assicurazioni e mercato energetico che potrebbero raccogliere il malcontento. La questione è eminentemente politica come sottolinea l'altro relatore Luigi Marino (Ap), per il quale il testo deve essere approvato prima della pausa estiva, «ma, visto che il presidente della commissione Bilancio è del Pd, il Governo è guidato dal Pd così come il ministero dei Rapporti con il Parlamento, la scelta non può che essere del Pd».
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