In Italia è triplicato l’uso di psicofarmaci nell’ultimo decennio, per la precisione un + 310% dal 2000 al 2008 secondo i dati dell'ultimo rapporto Osservasalute, che registra un trend simile in tutte le regioni. Il maggior utilizzo degli antidepressivi interessa, indistintamente, tutte le regioni, ma quelle del Centro-Nord (in particolare, PA di Bolzano, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria) risultano avere maggiori consumi rispetto a quelle del Sud (Puglia, Basilicata, Molise). Regioni nelle quali si registra comunque un trend in aumento, tranne che in Sardegna, i cui consumi si avvicinano a quelli delle regioni settentrionali. Una differenza che potrebbe essere spiegata da un diverso utilizzo dei servizi psichiatrici e dai diversi stili di vita. Sarebbero circa 60 milioni in Europa le persone colpite da depressione. Di queste, più della metà soffre di una forma grave e invalidante. In Italia, un adulto su quattro nel corso della vita è interessato da un episodio di depressione maggiore, le donne più degli uomini (12,8% contro 5,9%). Secondo l'Oms (Organizzazione mondiale della sanità) la malattia rappresenterà nel 2020 la seconda causa di disabilità nel mondo, dopo le patologie cardiache. Un problema serio che coinvolge famiglie e mondo del lavoro e di non facile soluzione: una persona depressa su tre lo è ancora dopo un anno, una su 10 deve continuare la terapia dopo cinque dal primo episodio, oltre la metà avrà una ricaduta nell'arco della sua esistenza.