apr92013
Decreto Pa: plauso da Ue, ma non è una bacchetta magica
Il decreto legge sui debiti della Pubblica amministrazione (Pa) ha ricevuto ieri la firma del presidente Giorgio Napolitano ed è stata inviata al vaglio della Camera
Il decreto legge sui debiti della Pubblica amministrazione (Pa) ha ricevuto ieri la firma del presidente Giorgio Napolitano ed è stata inviata al vaglio della Camera. E mentre il dl 08/04/2013, recante “disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della Pa, per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali, nonché in materia di versamento di tributo degli enti locali”, prosegue il suo iter legislativo, ha già registrato consensi dalla Commissione europea, che lo definisce un passaggio importante di aiuto alle imprese, anche se «non è una bacchetta magica». «Ridurre i debiti» ha dichiarato il portavoce del commissario Ue Olli Rehn «può essere fatto assicurando l’uscita dell’Italia dalla procedura per deficit eccessivo, e l’impatto del decreto su conti italiani sarà preso in considerazione nella stesura delle previsioni economiche a maggio». Impatto che, secondo l’economista Alberto Quadrio Curzio, si potrà valutare quando si conoscerà l’entità del debito, uno «stock accumulato negli anni». «È incredibile» ha sottolineato «che ancora non si sappia con esattezza». E ha proposto qualche ipotesi: «Se fosse pari a 70 miliardi, aver deciso di sbloccarne in 12 mesi 40, sarebbe sicuramente una buona misura, se invece fosse di 90 miliardi, sarebbe media. Se come alcuni sostengono arrivasse a 120 miliardi allora saremmo al minimo indispensabile». Per l’esperto, il decreto è un «provvedimento indispensabile, con effetti importanti» come un «contenimento della retromarcia del Pil nel 2013, e una tonicità ancora più evidente nel 2014». Ma si poteva fare di più: «I mercati avrebbero digerito anche una cifra maggiore», ha spiegato Curzio, ma per ottenerla si sarebbe stato necessario avviare, in precedenza, una trattativa con l’Ue sulla soglia del rapporto deficit/Pil. «Cosa che il governo Monti non ha voluto fare» ha concluso Curzio, mentre in altri paesi come Francia e Spagna è stata fatta.