dic172018
Diabete 2, da medici Usa richiamo a uso razionale del controllo glicemico
Secondo una lettera di ricerca pubblicata su JAMA Internal Medicine, troppi adulti con diabete di tipo 2 controllano i livelli di glicemia più volte al giorno, anche se non assumono farmaci associati con l'ipoglicemia. «La campagna Choosing Wisely della American Board of Internal Medicine raccomanda di evitare di testare più volte la glicemia durante il giorno negli adulti con malattia stabile che non stanno usando agenti che inducono ipoglicemia. Questa raccomandazione si basa su prove solide, tra cui una revisione Cochrane di 12 studi clinici randomizzati per un totale di oltre 3.000 pazienti che non ha mostrato differenze nel controllo glicemico tra i pazienti che non controllano autonomamente la glicemia più volte al giorno e quelli che lo fanno, né prove di effetti sulla qualità della vita correlata alla salute, sulla soddisfazione del paziente o sulla diminuzione del numero di episodi ipoglicemici» afferma
Kevin Platt, della University of Michigan di Ann Arbor, Stati Uniti, primo autore della lettera. I ricercatori hanno voluto quantificare il tasso di utilizzo e il costo dei materiali consumabili per il monitoraggio a domicilio della glicemia che sono potenzialmente utilizzati in modo inappropriato, concentrandosi in particolare sulle strisce reattive, la fornitura più costosa. Utilizzando un database delle prescrizioni, i ricercatori hanno valutato 370.000 adulti con diabete di tipo 2 che non stavano ricevendo insulina. Circa un quarto di queste persone aveva almeno tre prescrizioni per strisce di glucosio in un anno, strumenti che, secondo gli autori in oltre la metà dei pazienti venivano utilizzati in maniera non appropriata. Infatti, una grande percentuale dei pazienti valutati non stava assumendo farmaci per il diabete associati a ipoglicemia o addirittura non aveva ricevuto prescrizioni di medicinali per diabete. I pazienti che richiedevano impropriamente le strisce reattive ne utilizzavano in media due al giorno, con un rimborso medio quantificabile in 325 dollari e un co-pagamento da parte del consumatore di 18 dollari.
JAMA Intern Med. 2018. doi: 10.1001/jamainternmed.2018.5700
https://jamanetwork.com/journals/jamainternalmedicine/article-abstract/2717953