Farmacologo clinico. No dai farmacisti ospedalieri: svolgiamo già stesse mansioni
Farmacologo clinico, le associazioni dei farmacisti ospedalieri si oppongono alla proposta di legge
La proposta di legge che introduce la figura del "farmacologo clinico" presso le unità operative delle farmacie ospedaliere, delinea un profilo che esiste già e svolge le medesime attività riportate nella proposta: il farmacista ospedaliero. Questa la risposta del Presidente Antonio Pirrone e il Consiglio Direttivo dell'Associazione ReNaSFO, rete nazionale degli specializzandi in Farmacia Ospedaliera, alla proposta di legge n.1572 presentata il 05/02/2019 presso la Camera dei Deputati relativa "all'istituzione sperimentale dei centri operativi e gestionali del farmaco presso le strutture pubbliche, per promuovere la sicurezza, l'efficacia e l'appropriatezza dell'uso dei farmaci". L'Associazione esprime il più totale dissenso: "Riteniamo inconcepibile proporre tale figura all'interno del Ssn, in quanto ad oggi già esiste un profilo deputato alle medesime attività riportate nella proposta di legge, ovvero il farmacista ospedaliero; non solo figura consolidata all'interno delle strutture ospedaliere e dei servizi farmaceutici territoriali, ma unico professionista esperto nella gestione del farmaco in tutte le sue fasi". La proposta di legge, lo si ricorda, ha come finalità l'introduzione di "un'equipe di farmacologi clinici, presso le unità operative delle farmacie ospedaliere, ovvero laureati in Medicina e Chirurgia, Scienze Biologiche e Biotecnologie Mediche, avente la funzione di ottimizzare la terapia per il singolo paziente attraverso il coordinamento delle attività prescrittive, razionalizzare la prescrizione farmacologica e favorire la sostenibilità della spesa farmaceutica; favorire la corretta continuità terapeutica tra ospedale e territorio; supportare il monitoraggio delle reazioni avverse e degli effetti tossicologici dei farmaci". Secondo ReNaSFO "non è chiaro il razionale relativo all'inserimento di un profilo all'interno di un'unità di Farmacia che svolga dei compiti identici a un altro professionista già incaricato; a oggi esistono farmacisti impiegati in progetti di farmacovigilanza attiva inter-regionali e progetti di ricognizione e riconciliazione terapeutica, sia in ospedale che sul territorio". Ed è il segno, prosegue, di "grande confusione e poca conoscenza della nostra professione e delle nostre mansioni all'interno delle strutture ospedaliere e territoriali". Nella proposta di legge si parla di "progetto sperimentale, della sola durata di tre anni, pone come copertura finanziaria 30 milioni di euro per il triennio 2019-2021. Mentre tuttora - sottolinea la nota - a fronte del finanziamento economico previsto per tale progetto, il percorso di specializzazione post-laurea in Farmacia Ospedaliera, della durata di 4 anni, non prevede nessun tipo di retribuzione per il laureato in corso di formazione specialistica. Auspichiamo che vengano concentrate energie e risorse per potenziare la figura professionale del farmacista ospedaliero, vista le necessità riscontrate dagli autori della suddetta proposta di legge, in quanto professionista già strutturato ed ubiquitario nel Ssn".
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