Sanità

dic142017

Diaday, con screening in farmacia intercettati quasi 19 mila casi di prediabete

Diaday, con screening in farmacia intercettati quasi 19 mila casi di prediabete
Sono oltre 160.000 le persone alle quali è stata monitorata la glicemia, circa 4.000 i casi di diabete non diagnosticato in precedenza e quasi 19.000 le situazioni di prediabete individuate. Questo il bilancio della campagna DiaDay, il primo screening nazionale del diabete organizzato da Federfarma in collaborazione con Aild (Associazione italiana Lions per il diabete) e Sid (Società italiana di diabetologia) ed ha il patrocinio di Fofi, Intergruppo parlamentare Qualità di vita e diabete, Fenagifar (Federazione nazionale associazioni giovani farmacisti) e Amd (Associazione medici diabetologi), con il supporto non condizionato di Teva. Il programma è stato messo in opera attraverso 5.600 farmacie distribuite su tutto il territorio nazionale dal 14 al 24 novembre. I dati sono stati presentati questa mattina durante una conferenza stampa che si è tenuta a Roma, presso il Senato.

Marco Cossolo, presidente di Federfarma, si è detto molto soddisfatto per i risultati ottenuti. «La prima edizione di questa campagna» ha spiegato «ha permesso l'effettuazione dello screening su 160.313 in soli 11 giorni. Un lavoro grazie al quale moltissime persone potranno cominciare a tenere sotto controllo il diabete, una malattia insidiosa perché resta priva di sintomi finché non si presentano le complicanze, che possono essere seriamente invalidanti».

Oltre ai casi di diabete conclamato, 19.077 (11.90% del campione) di cui 14.662 con diagnosi nota pregressa mentre 4.415 non sapevano di avere il diabete, è stato molto importante aver rintracciato situazioni di prediabete: 18.881 persone di cui due terzi presentavano valori di glicemia a digiuno compresi tra 100 e 110 mg/dL; un terzo aveva la glicemia a digiuno tra 111 e 125 mg/dL.
«Evitare che il soggetto prediabetico diventi diabetico o che chi è diabetico sviluppi complicanze» ha sottolineato Cossolo «fa risparmiare il Servizio sanitario nazionale, riducendo il numero dei ricoveri, delle analisi, dei farmaci. La campagna DiaDay è stata una dimostrazione concreta di come la rete capillare delle farmacie possa utilmente contribuire all'attività di prevenzione sul territorio».

«Questa campagna» ha affermato il senatore Luigi d'Ambrosio Lettieri, presidente dell'Intergruppo parlamentare "Qualità della vita e Diabete"» ha ricordato ancora una volta come la farmacia sia un presidio fondamentale della medicina territoriale. Un elemento di prossimità che nei prossimi anni dovrà svolgere un ruolo sempre più rilevante nella governance della Sanità».

Questo tema è stato affrontato anche dal senatore e presidente della Fofi Andrea Mandelli. «Ancora una volta» ha infatti dichiarato Mandelli «la farmacia si denota come presenza attiva e importante sul territorio. Abbiamo di nuovo osservato che possiamo giocare un ruolo fondamentale nell'ottenimento delle diagnosi precoci. Con un ruolo del farmacista che non è stato scoperto, ma ribadito. Quello della presenza sul territorio accanto ai cittadini. Grazie a questa esperienza si rafforza l'idea che la sanità italiana deve superare la filosofia l'ospedalocentrica, con le grandi strutture alle quali dovrà essere delegata esclusivamente la gestione delle acuzie».

La voce delle istituzioni è stata portata da Paola Pisanti, coordinatore della Commissione Cronicità del ministero della Salute. «Questa campagna» ha spiegato, è la prova che la farmacia è diventata elemento funzionale del "processo di comunità". Una notizia da accogliere con favore dal momento che la prevalenza del diabete, ma in generale delle patologie croniche, è aumentata del 50 per cento negli ultimi 10 anni. Questo pone sfide importanti a un sistema sanitario nazionale che deve essere rinnovato per risolvere presso le grandi strutture soprattutto patologie acute, delegando il resto del processo di cura, e prevenzione, al territorio. Per questo la farmacia deve entrare a far parte di una vera rete di sostegno per il paziente cronico».

Gianluca Casponi


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